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Reddito di cittadinanza, gli italiani rifiutano il lavoro nei campi. Bellanova e Di Maio che dicono?

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Chi beneficia del reddito di cittadinanza sta rifiutando le offerte di lavoro nei campi. La notizia, riportata dal Messaggero, farà forse felice la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova, che vedrà lavorare nei campi solo gli immigrati regolarizzati dalla sua sanatoria (magari in nero e con paghe da fame) ma di sicuro fa piangere le casse dello Stato. Per effetto della riforma-bandiera di Luigi Di Maio e del M5s, sono 2,5 milioni gli italiani che percepiscono l'assegno di disoccupazione. DI questi, a un anno e mezzo dell'attivazione, "circa un milione di coloro che sono considerati occupabili devono ancora trovare un impiego", come ricorda il quotidiano roman.

 

 

 

 

Ecco perché nel decreto anti-Covid era stata prevista l'opportunità di lavorare nel settore agricolo senza perdere il diritto al benefit. Una forma (remunerata) di volontariato, o meglio di "servizio civile" con utilità economica e sociale. Ma niente: meglio il divano. "La piattaforma di Confagricoltura, Agrijob, ha raccolto circa 35mila curriculum, di cui meno di mille sono stati caricati dai possessori della carta del reddito di cittadinanza. «Contiamo 5 mila assunzioni a oggi, ma non arrivano a 100 i sussidiati che hanno trovato lavoro nei campi con noi»". Stessi numeri per Coldiretti, che "con la sua piattaforma Job in Country, ha incamerato 15mila curriculum, solo 250 provenienti dai beneficiari del reddito di cittadinanza: «Circa 70 i percettori del beneficio che hanno ottenuto un contratto nei campi tramite Job in Country»". Mentre "la piattaforma della Confederazione italiana agricoltori, Lavorare con gli agricoltori italiani, ha totalizzato 5mila richieste di lavoro, di cui una cinquantina da parte dei percettori del sostegno".

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