Luigi Di Maio, l'ultima svolta per sopravvivere? "Il partito dei moderati", retroscena: "Meglio Renzi di Di Battista"
"Io voglio fare il partito dei moderati" è il nuovo mantra di Luigi Di Maio. Trasformare il suo partito in una forza in grado di catalizzare l'elettorato oggi conteso da Berlusconi, Renzi, Calenda e anche dal Pd. Con Davide Casaleggio l'interlocuzione è azzerata; idem con Di Battista. Forte del sostegno della stragrande maggioranza dei maggiorenti del Movimento, gli restano da dribblare sia il premier Conte, sia Beppe Grillo, che a seconda della fase sono ora alleati ora avversari, scrive il Corriere della Sera.
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Negli ultimi tempi, cosciente del legame privilegiato che il Partito democratico ha stretto con il suo nemico-amico Giuseppe Conte, Di Maio preferisce interlocuzioni moderate, come le sue ambizioni politiche del futuro prossimo. Parla di continuo con Matteo Renzi, con cui si è instaurato un rapporto di simpatia reciproca cementato sull'accordo in vista di una legge elettorale proporzionale. E sente spesso, per analoghi motivi, anche Gianni Letta, che recentemente ne avrebbe tessuto le lodi in presenza di Silvio Berlusconi.