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Antonio Misiani come la Castelli: "Niente proroga fiscale, le partite Iva non stanno peggio degli altri". FdI, Pd e renziani, è rivolta

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Al Ministero dell'Economia sono fuori controllo. Antonio Misiani, viceministro del Pd, riesce forse a fare peggio della collega M5s Laura Castelli, che al Tg2Post, di fronte alla crisi, aveva consigliato ai ristoratori di cambiare lavoro. Il vice di Roberto Gualtieri, di cui è collega di partito, in un'intervista a La Stampa ha affrontato il tema del mancato rinvio delle scadenze fiscali, che ha provocato la protesta delle partite Iva e dell'opposizione e l'annunciato sciopero dei commercialisti. "In questo Paese bisogna anche iniziare a dire che le imposte vanno pagate perché servono a finanziare i servizi essenziali - afferma -. E non credo che le partite Iva stiano peggio degli altri. Abbiamo già concesso rinvii, aiuti e sgravi, dunque presentarci come arcigni nemici dei contribuenti è una caricatura. Ed è chiaramente strumentale da parte delle opposizioni".

 

 

 

Parole pesanti che hanno scatenato furenti reazioni bipartisan. "Dopo la scemenza del viceministro Castelli sui ristoratori oggi è la volta di Misiani che per giustificare la mancata proroga delle tasse afferma che le partite Iva non stanno peggio di altri - attacca Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d'Italia e componente della commissione Finanze alla Camera -. Dichiarazioni gravi che dimostrano l'odio e la mancanza di rispetto di questo governo verso chi produce e campa del proprio lavoro. Forse, il sottosegretario dimentica che per 3 mesi le partite Iva non hanno potuto emettere neanche una fattura a causa dei decreti del suo governo. Concedere la proroga era e rimane un atto di buon senso prima ancora che di giustizia sociale, per dare un po' di ossigeno e liquidità alle partite Iva che dal governo hanno avuto tanti proclami e pochi aiuti. Ma ormai è chiaro che l'esecutivo rossogiallo sta portando avanti una operazione di ingegneria sociale finalizzata a distruggere il mondo produttivo per costruire una Italia non fondata sul lavoro, come vuole l'art. 1 della nostra Costituzione, ma su sussidi e redditi di emergenza. Fratelli d'Italia non glielo permetterà".

 

Giudizio condiviso non solo dall'opposizione, ma anche da componenti della maggioranza. Secondo il renziano Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, Misiani si diletta "a trasformare una questione vera, drammatica, inedita, nel linguaggio più banale e più pericoloso che c'è: la neolingua del populismo. Quella che, se si chiede, come fa Italia viva, di spostare le scadenze fiscali a carico degli autonomi, che sono 246, e degli artigiani, che sono 115, che sono con l'acqua alla gola, allora si e' una sorta di fiancheggiatori di lavoratori 'furbi'". "Ribadiamo la nostra proposta di rinviare al 30 novembre il pagamento delle tasse e confermiamo che faremo battaglia in Parlamento. Non torniamo indietro su questa nostra proposta. Italia viva - conclude il senatore - ha salvato il governo almeno quattro volte nell'ultimo mese, ma ci tocca soprattutto salvare gli italiani". E anche nel Pd si alza a voce critica di Matteo Orfini: "Eccome se le partite Iva stanno peggio di altri. Su tante categorie abbiamo agito con tempestività. Sugli autonomi c'è ancora molto da fare. Negarlo è un errore, riconoscerlo è un dovere. Cercheremo in parlamento di colmare al più presto le lacune".

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