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Immigrazione, Luca Zaia contro i centri di accoglienza: "Da fermare. Non è razzismo, è sanità"

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Il coronavirus non si arresta, così come non si arrestano i continui sbarchi spesso di immigrati già positivi al Covid-19. Una situazione ingestibile che vede la contrarietà di Luca Zaia: "Strutture come i centri di accoglienza di Jesolo e dell’ex caserma Serena di Casier sono fuori dalla storia e dalla realtà. Ma non solo. Lo sono ancora di più da un punto di vista sanitario. Infatti aggregazioni del genere non sono in linea con le norme". Per il presidente della Regione Veneto, che si è sfogato su Facebook, qualcosa non torna: "Delle 300 case di riposo in Veneto, il 75 per cento non ha neanche visto il virus. L'altro 25 ha avuto pochi casi. Com’è possibile che siamo riusciti a gestire l’emergenza nelle case di riposo dove i pazienti sono molto più vulnerabili, mentre focolai sono esplosi all’interno di questi centri di accoglienza che ospitano gente sana e giovane?". Semplice, sui migranti i controlli sono ridotti all'osso.

"Non si tratta di razzismo, ma di sanità", ribadisce il leghista in una frase che va di pari passo con il pensiero del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La rabbia di Zaia è infatti comprovata da quanto sta succedendo: "I cittadini immigrati rappresentano il focolaio più grande registrato in Veneto dalla fine del lockdown, con decine di positivi. I numeri che possono ancora crescere. In questa situazione già preoccupante, si verificano poi vere e proprie gravissime illegalità, con positivi asintomatici che si rendono irreperibili ai controlli. Vanno assolutamente fermati" conclude con un pizzico di nervosismo.

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