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Immigrazione, il sindaco di Gonars Ivan Boemo: "Porto i migranti da Conte a Palazzo Chigi"

Ar. Mo.
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«Pago di tasca mia il bus e li porto sotto i portoni di Palazzo Chigi, così al Governo capiranno che l'emergenza migranti è una cosa seria». A parlare così, sulla spinta della esasperazione, è il sindaco di Gonars (Udine), Ivan Boemo, dopo aver trascorso la notte alla guida di un furgoncino per trasferire alcuni richiedenti asilo afghani dalla piazza del paese alla più vicina sede della Croce Rossa. «Non esiste un protocollo, non sappiamo come muoverci e non ci sono indicazioni», si è lamentato mercoledì il primo cittadino che guida una giunta sostenuta da una civica di centrodestra. «Stanotte sono andato a prendere il mezzo nel deposito e ho portato i migranti, a mio rischio e pericolo, nel centro dove saranno sottoposti ai tamponi. Il costo per la gestione di questi ospiti che si sono tutti dichiarati minorenni, anche se dall'aspetto non lo dimostravano, è di almeno 80 euro al giorno. Penso che vada cambiata la strategia complessiva, altrimenti di qui a poco il Friuli Venezia Giulia sarà invaso da queste persone, visto che i rintracci sono pressoché quotidiani».

 

 

 

Uno sfogo che a qualcosa è servito, visto che ieri Boemo è stato contattato direttamente dal Viminale. Del problema si farà carico lo Stato. Il capo di dipartimento Michele di Bari ha raggiunto telefonicamente Boemo - si leggeva sulla pagina web del Messaggero Veneto - per annunciargli che, su disposizione della ministra Lamorgese, lo Stato si occuperà della vicenda e provvederà a trasferire altrove i migranti. Subito dopo anche il prefetto di Udine, Angelo Ciuni, ha contattato Boemo: i due si incontreranno per affrontare la questione e definirne i dettagli. «Ringrazio il Ministero, nelle figure della ministra Lamorgese, del capo dipartimento e del prefetto di Udine - ha detto Boemo - per essere venuto incontro alle necessità della mia comunità, ma ringrazio anche l'assessore regionale Riccardo Riccardi e i tanti sindaci che mi hanno contattato per esprimere vicinanza e i tantissimi cittadini che, anche mediaticamente, hanno sostenuto la richiesta, evidentemente condivisa, di un intervento dello Stato per trovare soluzioni a problemi che non possono essere affidati ad un primo cittadino»

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