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Giuseppe Conte e Casalino, l'interrogazione di Anzaldi di Italia Viva: "Dunque la sala di palazzo Chigi è fuorilegge?"

E. C.
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Se è vero che i lavori di ristrutturazione della sala stampa di Palazzo Chigi, come spiegava ieri la presidenza del Consiglio dei ministri, servono per adeguarla "alle vigenti normative antincendio e in materia di tutela della salute e della sicurezza", significa che finora quella sala era fuori norma? Che centinaia di giornalisti e operatori l'hanno frequentata – e continuano a farlo perché è tutt'ora accessibile –, nonostante non sia sicura? Perché, allora, non è stata chiusa subito? A fare queste domande al governo è Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva, in una interrogazione parlamentare presentata ora. Già ieri il deputato di Iv aveva chiesto conto della decisione di procedere a questi lavori, dopo che un articolo dell’agenzia di stampa Dire riferiva dell'intenzione del premier di procedere alla ristrutturazione della sala stampa del palazzo, secondo "un progetto presentato dal portavoce Rocco Casalino, e esaminato dal premier Giuseppe Conte", che "prevede una drastica semplificazione della location delle conferenze stampa del governo, e delle postazioni in cui lavorano i giornalisti che seguono i lavori dalla sede del governo", oltre al cambiamento dello "sfondo che fa da cornice simbolica alle dichiarazioni del governo". E si riportava come il premier avesse approvato il progetto, raccomandandosi di "non spendere troppo". 

 

 

 

"A seguito delle proteste del sottoscritto per l’inopportunità di procedere a costosi lavori di ristrutturazione in un momento critico per tanti italiani, come quello della pandemia - scrive Anzaldi - la presidenza del Consiglio ha diffuso una nota ufficiale" nella quale  si chiarisce che "si tratta di opere obbligatorie per l'adeguamento alle vigenti normative antincendio e in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tali opere si rendono inoltre necessarie e urgenti a causa delle attuali condizioni degli impianti di aerazione, elettrici, idraulici e dei servizi igienici". Una precisazione, nota Anzaldi nell'interrogazione, da cui si deduce come "attualmente la sala stampa del palazzo, dove ogni giorno transitano e lavorano decine di giornalisti e dipendenti della presidenza del Consiglio, non rispetterebbe le normative di sicurezza, con conseguenti gravissimi rischi per chi la frequenta". Domanda, quindi, al governo, "perché la sala risulti aperta e accessibile, se sia stato individuato il responsabile della mancata vigilanza sul rispetto delle norme e quali provvedimenti siano stati eventualmente adottati". Infine, chiede al governo <a quanto ammonti il preventivo di spesa per i lavori di ristrutturazione previsti>. 

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