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Pd e Matteo Renzi, il "piano-Ursula": fuori Giuseppe Conte e dentro Silvio Berlusconi, rimpasto e nuovo governo

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Il Pd ha una nuova parola d'ordine: "Ursula". Il nome della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per delineare un nuovo progetto politico di governo che accolga tutte le "forze europeiste", come Forza Italia. "Non vedo scandali se sulle priorità del Paese in un momento di crisi si può andare oltre il perimetro della maggioranza", lo spiega esplicitamente il dem Enrico Borghi. L'agnello sacrificale, di questo nuovo scenario politico, potrebbe essere Giuseppe Conte. Il premier, dagli schermi di Otto e Mezzo, ha cercato di evitare contraccolpi: "C'è da tempo un dialogo con FI in Parlamento. Io lo auspico, come con tutte le forze di opposizione. Hanno detto che il confronto lo vogliono in Parlamento e io sono e sarò disponibile".

 

 

 

 

Il problema, scrive il Giornale, è che il premier sa benissimo che non è necessario che Fi entri in maggioranza per dar vita ad un "esecutivo più forte", come già chiesto da Matteo Renzi. Anche perché per il premier il rimpasto, voluto da dem e Renzi, può essere l'anticamera per la sua defenestrazione. Il Pd, infatti, non trattiene più l'insofferenza per l'immobilismo contiano e lo ha dimostrato  con i propri capigruppo dem Delrio e Marcucci molto critici ieri contro Palazzo Chigi. "Stavolta Conte dia un segnale", è il messaggio che arriva dal Nazareno.

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