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Mario Monti mette in guardia Giuseppe Conte da Roberto Fico: "Se non ha il controllo, non deve accettare"

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Mario Monti allontana l'ipotesi di un governo di unità nazionale. In questa crisi aperta da Matteo Renzi sono due i nomi sulla bocca di tutti: Mario Draghi e Marta Cartabia. Eppure - è il ragionamento che fa l'ex premier al Corriere - di un governo guidato da un presidente del Consiglio che non appartenga a nessuno schieramento politico e con vocazione a essere sostenuto da tutte le forze parlamentari, se non sbaglio c’è un solo precedente nei 75 anni della Repubblica". Insomma per Monti questa formula "rispunta spesso, ma è molto raro che venga attuata".

 

 

Solitamente, confessa, "all'abdicazione la politica arriva quando si accorge, tardivamente, che il Paese è arrivato alla canna del gas". È questo il caso? Viene spontaneo chiedersi. Evidentemente non per il senatore. Monti nutre ancora qualche speranza nelle prossime ore e, soprattutto, nel mandato esplorativo affidato a Roberto Fico. "Auguro al presidente della Camera - prosegue - di riuscire a guidare la formulazione di un programma sul quale tutti i partiti della maggioranza uscente si ritrovino. E che sia abbastanza preciso, non fonte di nuovi litigi tra un mese".

 

 

Anche in questo caso però gli agguati al premier sarebbero dietro l'angolo. "Se Fico riuscirà in questa impresa, molti si chiederanno: perché non viene messo lui alla prova, di formare e guidare il nuovo governo?". Non solo perché "se sarà Conte a fare il governo, speriamo che senta una forte ’ownership’, che senta come suo il programma che Fico gli passerà. Conte ha già provato una volta, nel 2018, a dirigere un governo del quale di fatto non aveva scelto né il programma né i ministri. Penso che se incontrasse oggi qualcosa di simile, non dovrebbe accettare".

 

 

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