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Paolo Mieli a L'aria che tira, lo sfogo: "Governo di poveracci e con persone imbarazzanti? Vediamo se Mattarella lo permette"

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Tra chi si espone, c'è per certo Paolo Mieli. Lo storico non si nasconde parlando della crisi di governo in atto. Non si è nascosto con Libero, dove ha spiegato che l'Italia ha bisogno di un governo forte, altrimenti meglio tornare subito alle elezioni, pur con l'ok del Cts affinché siano svolte in sicurezza al tempo della pandemia. E non si è nascosto neppure a L'aria che tira, su La7, dove era ospite nello studio di Myrta Merlino. Parole forti, incisive, quelle di Paolo Mieli, al quale non piacciono i mercanteggiamenti in atto e che, soprattutto, teme il governo che potrebbe uscire da un nuovo accordo tra giallorossi.

 

"Mi piacerebbe che si andasse al voto, perché qualsiasi accordo tra gente che si odia sarebbe un pastrocchio", premette con evidente riferimento a Matteo Renzi, Giuseppe Conte e tutte le altre parti in causa che semplicemente non si sopportano. "Gente che si odia, veti su ministri, ministri messi lì per provocare, chiacchiere finte, poveracci - picchia durissimo Mieli -! Se Conte rimane lì per Renzi è una sconfitta devastante. Quando un Parlamento è così consumato è meglio che prenda una boccata di ossigeno", rimarca.

 

Eppure, sulla possibilità che si torni alle urne, Mieli mostra tutto il suo scetticismo: "Sul voto scommetto zero, ma c'è tempo fino a marzo-aprile per avere una seconda crisi". Già, perché secondo lo storico, "se viene un governo rabberciato con delle persone imbarazzanti forse il Capo dello Stato non glielo fa neanche fare, un governo". Tra l'appello a Sergio Mattarella e il timore, quello espresso da Mieli su un governo con "persone imbarazzanti". Infine, una riflessione anche sul centrodestra: "Se la destra avesse voluto le elezioni si sarebbe mossa in altro modo, c'è una destra che non le vuole nella maniera più esplicita, Berlusconi piuttosto voterebbe un governo Bertinotti mentre Salvini è ondivago", conclude Paolo Mieli.

 

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