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Mario Draghi, dramma M5s in diretta. Ore 16.18, "ma cosa facciamo se...". La domanda di Jessica Costanzo manda il tilt Crimi

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Lo psicodramma del Movimento 5 Stelle su Mario Draghi premier in diretta alla riunione dei parlamentari su Zoom, riassunto da una sola domanda. "Alle 16.18 - scrive Repubblica - Jessica Costanzo (deputata grillina, ndr) chiede: «Scusate, non ho capito cosa faremmo noi se Draghi mettesse nel suo team qualcuno di noi», nessuno le risponde". Semplicemente, perché nel Movimento non è chiaro cosa succederà da ora in poi. E l'appello di Nicola Zingaretti all'alleato a votare la fiducia all'ex governatore della Bce suona come come un campanello d'allarme drammatico: se ci si divide qui, esplode ogni ipotesi di intesa elettorale nel centrosinistra. E forse, esplode lo stesso Movimento 5 Stelle, mai così spaccato tra governisti e duri e puri. "Andremo all'incontro con Pd e Leu, si sono comportati lealmente: da quest' assemblea esce forte il no a un governo tecnico, ma vedremo le carte prima", risponde Vito Crimi alla Costanzo, di fatto mandando la palla in tribuna. 
 

 

 

Prima e dopo, è tutta una serie di dichiarazioni contraddittorie, al limite della schizofrenia politica. Secondo Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia vicino più ad Alessandro Di Battista che a Luigi Di Maio, Draghi è "espressione di poteri finanziari che hanno sottratto diritti sociali a popoli oltre che a Stati, dopo aver permesso che questi Stati si indebitassero". La chiusura dei 5 Stelle nei suoi confronti, dunque, "deve essere netta". 

 

 

Ci si rifugia dietro la formula del "governo politico", lo fa lo stesso Di Maio, ma non basta a placare la sete di vendetta di molti grillini. E la paura: quella di rimanere a casa, fuori da tutto, una volta perso l'ombrello di Giuseppe Conte. Lo dice anche Alfonso Bonafede, ex ministro della Giustizia e una delle "cause" della crisi dell'ultimo governo: "Dobbiamo mantenere compattezza intorno a Conte consapevoli che con lui è iniziato un percorso che non si chiude qui". E all'ora di cena a chiudere il cerchio ci pensa Di Battista, quello del "mai con Renzi, altrimenti grazie e arrivederci": "Non cedete, qualsiasi sostegno a un governo Draghi diventerebbe un no a Conte". Quanti saranno con lui, in Parlamento, lo si vedrà presto.

 

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