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Giuseppe Conte alla "Toninelli" quando entra a Palazzo Chigi: "Quando uno fa il suo lavoro è sempre sereno"

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A Palazzo Chigi, comunque, ci entra ancora Giuseppe Conte, che resta presidente del Consiglio incaricato per le pratiche correnti fino a quando avremo un nuovo governo, magari con Mario Draghi premier. E ieri, mercoledì 4 febbraio, Conte ha anche avuto un lungo colloquio, di circa un'ora, proprio con l'ex governatore della Bce. Dunque, oggi, il presunto avvocato del popolo, mestamente, è tornato a Palazzo Chigi. A lavorare. E proprio sull'idea di "lavoro" ha insistito, intercettato dai cronisti entrando a Palazzo. "Quando uno fa il suo lavoro è sempre sereno", ha tagliato corto.

Già, "sereno". E chissà a quale lavoro si riferisce. Forse, quel lavoro che lo ha condotto dritto dritto lontano dalla premiership. Forse al caos vaccini. Forse ai ristori che non arrivano. Forse alle cifre da tregenda dell'emergenza coronavirus in Italia. Eppure, si dice sereno. D'Altronde, "ha lavorato", proprio come ha "perfino lavorato in ufficio fino ad annientarci" Danilo Toninelli. Insomma, si coglie un parallelismo tra le parole dei due, i quali non sembrano, in effetti, avere il polso della situazione, avere contatto con la realtà dei fatti.

Dunque, il Conte "sereno" lavora. E le voci che lo riguardano, nel frattempo, non si fermano. Pare quasi scontato che non voglia abbandonare la politica. L'idea è quella di tentare un'avventura con una sua lista. O magari finire dentro al governo Draghi, ministro degli Esteri, poltronissima che però non vorrebbe accettare (anche se il boccone, nel caso, sarebbe ghiotto e insomma difficile da non ingoiare). Sullo sfondo, infine, addirittura l'ipotesi di spedirlo al posto di Paolo Gentiloni in Europa, il Conte commissario, con un Gentiloni dritto dritto alla Farnesina.

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