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Giancarlo Giorgetti su Mario Draghi: "Un fuoriclasse, non può stare in panchina"

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Un botta e risposta sulla posizione che dovrà assumerà la Lega. Da una parte Matteo Salvini, dall'altra Giancarlo Giorgetti. Il numero uno e il numero due del Carroccio si scontrano sul governo a guida Mario Draghi. A sostenere la necessità di un esecutivo dalle larghe intese è proprio Giorgetti che al suo leader replica: "Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo. Uno come lui non può stare in panchina". D'altro canto Salvini sembra irremovibile. Il leader chiede all'ex presidente della Banca centrale europea delle scelte ben precise: "Draghi - ha detto - dovrà scegliere tra le richieste di Grillo e quelle della Lega. Le proposte nostre e quelle dei 5 Stelle sono il contrario. Meno tasse o più tasse. Noi siamo liberi. Meno tasse e meno burocrazia".

E ancora: "Difficile governare con chi mi ha mandato a processo. Se mettessi davanti l'interesse di partito starei fuori a dare la colpa a Conte e Renzi. Intanto continuano a chiudere aziende". Parole ben precise e su cui lo stesso centrodestra è diviso. Non è un caso che ogni partito della coalizione andrà alle consultazioni con il premier incaricato per i fatti propri. Silvio Berlusconi al momento è l'unico ad aver rotto gli indugi e ad aver promesso il sostegno di Forza Italia a Draghi. Più intransigente Giorgia Meloni.

La leader di Fratelli d'Italia non ha alcuna intenzione di rinunciare alle elezioni: "Non c'è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d'Italia al governo Draghi", ha scritto su Facebook sottolineando che "gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione". Ancora indeciso, come detto precedentemente, invece Salvini: "Se c'è voglia di un Paese cha apre, vive, fa sport o va a teatro, bene - ha voluto sottolineare - Se qualcuno, invece vuole, a sinistra, la riedizione del governo Conte, cambiando Conte con Draghi, allora no". Una dichiarazione che ha già portato il Carroccio a dividersi.

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