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Mario Draghi, "prendere o lasciare": toto-ministri, tecnici nei dicasteri di spesa?

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“Prendere o lasciare”. È ciò che Mario Draghi potrebbe dire al Quirinale in merito alla sua squadra di governo, sulla quale non sembra avere alcuna intenzione di fare consultazioni: ha già stilato una serie di opzioni per i vari ministeri. L’indiscrezione arriva dal Corriere della Sera, secondo cui i tre dicasteri di spesa (Mef, Mise e Mit) saranno affidati a tecnici: poi dovrebbero esserci due ministri per partito, uno per Italia Viva, anche se tutto dipende da quanto larga sarà la nuova maggioranza. 

 

 

Di certo c’è che più forze politiche risponderanno all’appello del presidente Sergio Mattarella, più saranno i tecnici che faranno parte dell’esecutivo, onde evitare conflitti e tensioni tra parti molto distanti l’una dall’altra. Il Corsera ha anche avviato il totoministri, mettendo però le mani avanti: al momento è impossibile sapere con certezza chi si occuperà di cosa, quindi rispetto ai nomi che attualmente circolano è probabile che ci siano più sorprese che conferme. Ovviamente c’è grande curiosità nel sapere innanzitutto se le indiscrezioni su Giuseppe Conte si concretizzeranno: l’ormai ex premier potrebbe rimanere nel governo con un ruolo diverso, in modo tale da tener buona quell’ampia parte del Movimento 5 Stelle che ha manifestato l’intenzione di non appoggiare Draghi. 

 

 

Inoltre tra Camera e Senato circolano con insistenza i seguenti nomi: Marta Cartabia potrebbe finire alla Giustizia dopo essere stata in ballo anche per il ruolo di premier, Enrico Giovannini al Lavoro, Dario Scannapieco (attuale vicepresidente della Bei) e Ernesto Maria Ruffini (vicino ad Italia Viva) in due ministeri economici. Inoltre sono emersi i nomi di Patrizio Bianchi (docente di economia industriale) per l’Istruzione e di Antonio Malaschini (ex segretario generale del Senato e già membro del governo Monti) per i rapporti con il Parlamento. 

 

 

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