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Matteo Renzi, "con Draghi saremo irrilevanti": il timore che rischia di spaccare Italia Viva

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Dicono che saremo irrilevanti? Ne sono entusiasta”. Così Matteo Renzi con la solita sfacciata sicurezza ha risposto a una domanda dei giornalisti, con i quali si è fermato per qualche minuto all’uscita da Montecitorio, dove ha incontrato Mario Draghi insieme alla delegazione di Italia Viva. “Abituatevi a non vedermi più fino al 2023”, ha dichiarato il senatore di Rignano, apparso rilassato e sorridente. Lo stesso però non si può dire dei suoi sostenitori, tra i quali inizia a serpeggiare il timore di non contare davvero più nulla. 

 

 

Se da un lato è vero che Italia Viva può intestarsi il grande merito di aver mandato a casa Giuseppe Conte e di aver gettato le basi per un governo Draghi, che di sicuro sarà più adeguato per mettere in sicurezza il Recovery Plan, dall’altro il rischio per i renziani è di non contare più nulla. “Improvvisamente non si parla più del Mes e della governance del Recovery - ha confidato a La Stampa un parlamentare di Iv che ha chiesto di rimanere anonimo - sono decisioni che prenderà Draghi, noi non toccheremo palla per due anni”. 

 

 

Il perché è presto spiegato: se il governo di “alto profilo” potrà contare su una larga maggioranza, che includa addirittura la Lega di Matteo Salvini, allora il peso in aula e nelle commissioni dei renziani sarà molto marginale. “Una personalità di spessore come Teresa Bellanova che faceva il ministro può aspirare al massimo a un sottosegretariato - ha confidato la stessa fonte, sempre a La Stampa - in più rischiamo di ritrovarci Conte vice premier o alla Farnesina”. La linea di Renzi è però molto chiara: “Noi sosterremo il governo Draghi indipendentemente dal nome dei ministri e da quanti tecnici e politici ci saranno. Gli abbiamo detto che siamo al suo fianco e a sua disposizione”. 

 

 

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