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Carlo Calenda vice di Mario Draghi? Toto-ministri, una clamorosa indiscrezione: maggioranza, cambia il quadro

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La poltrona da ministro dell'Economia è quella a cui tutti, politici e analisti, guardano per capire che impronta vuole lasciare Mario Draghi, il premier incaricato da Sergio Mattarella di formare il prossimo governo. Un governo con base parlamentare molto ampia, forse troppo, perché al di là dei veti annunciati l'ex governatore della Bce ha incassato il sì di tutti i partiti tranne Fratelli d'Italia. Ora si apre il secondo giro di consultazioni, anche se Draghi ha già lasciato intendere che non si parlerà di poltrone e che i ministri li deciderà lui. Tecnici o politici? Ancora tutto da vedere, ma intanto i retroscenisti si scatenano. 

 

 



Secondo Ettore Maria Colombo del Quotidiano nazionale, ad esempio, per via XX Settembre Draghi starebbe pensando a una doppia, clamorosa sorpresa: il premier sarebbe intenzionato a tenersi l'interim del Tesoro (a conferma della centralità del ruolo) affidando la macchina a un vice altrettanto pesante, Carlo Calenda di Azione, estraneo sia alla vecchia maggioranza sia alla vecchia opposizione. A completare la squadra del gabinetto in lizza ci sarebbero Ernesto Maria Ruffini, oggi alla guida dell'Agenzia delle entrate, Dario Scannapieco (Banca europea degli investimenti), Daniele Franco (Bankitalia) e la economista Lucrezia Reichlin. 
 

 

 

E le altre poltrone? Un complicato mosaico politico: per la Lega si parla di Giorgetti (Rapporti con il Parlamento) e Garavaglia (Mise), per il Pd favoriti i confermati Guerini (Difesa) e Franceschini (Beni culturali), con possibile ripescaggio al di fuori dal Mef di Gualtieri. Per Italia Viva potrebbe tornare la Bellanova all'Agricoltura mentre Tajani di Forza Italia "vede" gli Affari Ue. Andrà a braccetto col grillino Di Maio agli Esteri. Chiudono il cerchio Speranza di Leu (Salute) e Lamorgese (Interni).
 

 

 

Capitolo tecnici: il rettore della Sapienza Antonella Polimeni indicata all'Università, con l'economista Patrizio Bianchi all'Istruzione. Alla Giustizia, tutto lascia pensare a Marta Cartabia e possibile sorpresa alla Farnesina con Elisabetta Belloni, capo della diplomazia interna, nel caso saltasse Di Maio.

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