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M5s, Vito Crimi dopo le consultazioni: "Nessuno stravolgimento", insistono sul reddito di cittadinanza

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"L'interlocuzione con Mario Draghi è proseguita". Vito Crimi e la delegazione del Movimento 5 Stelle escono dalle consultazioni con il premier incaricato. "Abbiamo ascoltato dal presidente incaricato le idee, le riforme e gli ambiti entro i quali vuole indirizzare il governo. Abbiamo trovato una serie di spunti, ma quello più importante è che l'azione di governo avesse come pilastro la transizione ambientale ed energetica". Da qui la richiesta grillina di un "ministero che metta l'ambiente come filtro attraverso cui esercitare l'azione di governo".

Di più il reggente pentastellato ammette che l'economista è andato a "guardare il sistema francese" in tema di ambiente. "Abbiamo anche parlato della principale sfida: il lavoro e del reddito di cittadinanza - prosegue lasciando intendere che il Movimento sarà uno zoccolo duro -. Abbiamo avuto rassicurazioni in merito al Recovery Plan ottenuto grazie al precedente governo". Poi la sviolinata a Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede, premettendo che "non ci sarà nessuno stravolgimento come invece qualcuno vorrebbe". Una chiara frecciata a Matteo Salvini. La Lega ha infatti dato pieno sostegno, purché ci sia un cambio di passo. Stessa cosa si presume essere per Silvio Berlusconi. Forse, si ipotizza, il M5s cerca quasi di essere messo ai margini del progetto.

"La parola - conclude Crimi - va però a Rousseau". Anche se non tutti sono pronti a dare il proprio via libera. Uno a caso? Alessandro Di Battista. "Io domani voterò no, perché non posso accettare quello che ho definito un assembramento parlamentare pericoloso. Pur rispettando una persona autorevole e preparata - ha detto su Facebook parlando del premier incaricato -, uno si può anche opporre. E mi oppongo in virtù delle scelte che Draghi ha preso in passato. Oggi viene descritto come un santo, un apostolo ma io non dimentico quello che ha fatto come direttore generale del Tesoro. È stato l'artefice di una stagione di privatizzazioni che ha aumentato il gap tra ricchi e poveri".

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