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Mario Draghi, "il suo primo passo falso". Retroscena: una poltronissima per la cognata, clamoroso intreccio politico

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Sarà il primo passo falso di Mario Draghi? Se lo chiede Dagospia, il cui retroscena piuttosto piccante svela una nomina che farà discutere, "Si vocifera - scrive il sito fondato e diretto da Roberto D'Agostino - che il ministro dell'Economia, Daniele Franco, abbia telefonato ad Antonio Agostini, direttore dell'Agenzia del Demanio, per informarlo dell'intenzione di sostituirlo con Alessandra Dal Verme, responsabile dell'Ispettorato generale per gli affari economici". Siamo nell'altissima burocrazia, l'apparato statale ai suoi massimi livelli. Il vero e proprio sotto-governo, o governo-ombra, in grado spesso e volentieri di condizionare ministri e addirittura sabotarne l'operato. 

 

 



Ma chi è Alessandra Dal Verme? Semplice, "la cognata dell'ex presidente del Consiglio, e attuale commissario economico UE Paolo Gentiloni - ricorda Dago -. A Via XX Settembre si sono immediatamente surriscaldati gli animi: 'Ma come, anche con Draghi prevale il tengo famiglia'?". Eggià, evidentemente. Soprattutto se in ballo c'è l'er Moviola. Gentiloni, ex premier che molti avevano giudicato nel 2016 un ripiego di secondo piano, in realtà si sta costruendo fama di politico di primo livello nel mondo del centrosinistra che riesce a piazzare bandierine anche quando perde tutto. Ad esempio, fu proposto come commissario europeo a governo gialloverde ancora in carica, sia pur morente, e molti considerarono il fatto come l'antipasto del ribaltone giallorosso.

 

 

 

Ora Gentiloni ha un ruolo centrale nelle trattative per il Recovery Plan e come nota Dagospia non può sfuggire il "movimentismo" che l'esponente del Pd ha messo in mostra nelle ultime settimane. Il conte (vero, non Giuseppe) "si è molto prodigato per sponsorizzare la Dal Verme con l'amico Mario Draghi", conclude il sito di gossip politico, suggerendo che la scelta della Dal Verme andrebbe letta come una sorta di risarcimento politico e morale per la mancata nomina a ministro degli Esteri dello stesso Gentiloni. A tal proposito, ha pesato il no del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo cui la poltrona europea occupata dal dem è condizione necessaria per proteggere l'Italia da eventuali imboscate dei falchi del Nord Europa.

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