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Glossarrio-Bruxelles, Baldassarre: "Evitare mamma e papà, l'Europa vuole plagiare le nostre menti"

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“Evitare” la parola “madre e padre”, “preferire genitore”, che prelude a genitore 1 e genitore-2; non dire utero in affitto, ma la più buonista e solidale “gestazione per altri”. E ancora: al posto di “sesso biologico”, troppo specifico, “sesso assegnato alla nascita” (da chi?); al posto di “cambio di sesso”, usare “transizione di genere”, in omaggio alla liquidità. E infine, non scrivere “matrimonio gay”, ma “matrimonio egualitario” (per la par condicio). Questi sono solo alcuni preoccupanti suggerimenti (“evitare-preferire”) contenuti nel Glossario per la “comunicazione interna ed esterna”, pubblicato dal Parlamento europeo. Tra qualche anno, se continua così, arriveremo a dire che le stagioni sono 5 e che gli occhi azzurri sono diversamente marroni. 

Come politico, come medico e come madre di famiglia sono indignata: dietro una comunicazione formalmente e giustamente anti-discriminazioni, si nasconde la violenza del pensiero unico arcobaleno che la Ue pretende di imporre. Un’imposizione nella direzione di un’altra idea di società, di famiglia, di natura, di vita. Una nuova religione con sacerdoti, teologi, ideologi e amanuensi. La tecnica è nota: si cambiano le parole, si rovesciano i significati, si introduce una neo-lingua che cambia il modo di pensare delle persone. 

Ma noi non ci faremo uniformare dalla Ue. Siamo orgogliosi dei nostri valori e delle nostre tradizioni. Quando si perde la battaglia delle parole, si perde la battaglia delle idee. E noi non perderemo né l’una né l’altra. Così Simona Baldassarre, medico, europarlamentare della Lega e Responsabile del Dipartimento Famiglia del Lazio

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