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Vaccino, Enzo Cheli denuncia: "Forzato il principio costituzionale". Per Mario Draghi si mette male?

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"Ho 86 anni ma nessuno mi ha chiamato qui in Toscana a differenza dei miei coetanei romani che hanno beneficiato della prima e seconda dose e sono immunizzati". Parla così il professore Enzo Cheli, vicepresidente emerito della Corte costituzionale. Plaude all'intervento di Mario Draghi che ha parlato di anziani trascurati a favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base alla loro forza contrattuale. "Il diritto alla salute è l'unico qualificato nella Costituzione come fondamentale. E dunque la sua tutela non può subire diversità tra luoghi nei quali la persona risiede. Non è possibile che un cittadino del Lazio possa avere un trattamento migliore rispetto a quello della Toscana. Ed è questo che Draghi ha voluto sottolineare", spiega in una intervista al Corriere della Sera.

 

 

 

 

Concorda sul fatto che gli anziani siano stati trascurati rispetto ad altri gruppi: "Questo è uno dei punti sui quali riflettere per capire che cosa non ha funzionato. Ci sono stati errori e inefficienze sia nell'assegnazione che nella distribuzione del vaccino. Nell'assegnazione le regioni non hanno avuto responsabilità; nella distribuzione invece hanno sbagliato. In Toscana, per esempio, sino a qualche giorno fa le autorità regionali dicevano che tutti gli ultraottantenni, oltre 320 mila, sarebbero stati vaccinati entro marzo e che per vaccinarli i medici di base avrebbero avuto dalle 6 alle 12 dosi alla settimana. Bastava fare un po' di conti per capire che non si poteva arrivare a una copertura totale entro il mese di marzo", precisa Cheli.

 

 

 

 

Entra poi nello specifico parlando della sua regione: "In Toscana sono state destinate alcune dosi del vaccino anche a categorie che non erano direttamente a rischio, come avvocati, insegnanti che lavoravano in remoto, promotori farmaceutici, amministrativi delle Asl. Temo che sia accaduto ciò che Draghi ha chiamato il potere contrattuale delle categorie. Un difetto che ha forzato il principio costituzionale della parità nei confronti della salute", conclude Cheli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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