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Matteo Salvini e Roberto Speranza, retroscena sull'incontro riservato: "Vedi, Matteo...". Situazione precipitata, "il pernacchio"

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La Lega rivendica di aver "commissariato" Roberto Speranza e la situazione, forse, è precipitata ben prima del Consiglio dei ministri di mercoledì sera, che ha visto Mario Draghi decidere per la chiusura anche ad aprile, con spiragli per far tornare in zona gialla le regioni più virtuose. Un retroscena del Corriere della Sera rivela il contenuto del faccia a faccia avvenuto tra il ministro della Salute e il leader leghista Matteo Salvini mercoledì prima, qualche ora prima, dunque, del vertice di governo.

Sarebbe stato Speranza  a invitare Salvini nel suo ufficio alla Camera, per dissuaderlo dall'invocare aperture subito. Gli ha mostrato la relazione dell'Iss sul contagio legato alla variante inglese, l'86,7% dei casi di Covid-19 in Italia. "Essenziale mantenere le misure di mitigazione in tutto il Paese", spiegano gli scienziati. E questo Speranza lo ha ribadito a Salvini. "La variante inglese corre troppo, la zona gialla non ce la possiamo permettere", riporta il Corriere. "Non è possibile che tu veda sempre e solo rosso", gli ha ribattuto il leghista, ricordando che "60 milioni di italiani non ce la fanno più". "Matteo la situazione è ancora seria - gli avrebbe risposto Speranza -. Io capisco che tu devi parlare alla tua base politica e lo rispetto, quando lo fai su un tema come il condono. Ma sulla salute e la vita delle persone non possiamo dividere il Paese".

 

 



Parole che evidentemente non sono andate giù a Salvini, visto che in Cdm qualche ora dopo Giancarlo Giorgetti, numero 2 della Lega, ha sì concesso il via libera al decreto che blinda l'Italia per tutto aprile, ma in virtù della mediazione di Mario Draghi e non della "moral suasion" dell'esponente di LeU. "Stiamo attenti a non fare un passo più lungo, serve rigore. E speriamo che le misure assunte e i vaccini ci possano consentire, in un tempo congruo, di programmare il futuro".

 

 

 

Tra chiusuristi (Speranza, Franceschini e Patuanelli) e aperturisti, il premier si è piazzato in mezzo: Italia chiusa per un altro mese, ma la possibilità di aprire gradualmente per quelle regioni che sono in linea con gli obiettivi della campagna vaccinale e in cui i numeri del contagio sono sotto controllo. "È solo un pennacchio", assicurano quelli dell'ala dura, da sinistra. E questo la dice lunga sul clima che si respira nella maggioranza.

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