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Claudio Borghi contro Roberto Speranza: "Spero nessuno sia intoccabile. Se fosse indagato sarebbe imbarazzante"

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Matteo Salvini è ritornato ad attaccare il ministro della Salute Roberto Speranza. "Non è all'altezza del suo compito", fanno sapere dalla Lega e il leader del Carroccio è d'accordo e di fatto ne chiede, per l'ennesima volta, le dimissioni. Nonostante il premier Draghi abbia detto pubblicamente di aver voluto Speranza nel suo governo perché lo stima molto. Salvini però non ci sta e ricorda l'episodio del libro annunciato e poi ritirato dall'esponente di Leu sulla pandemia. "Non so se altri ministri della Salute europei abbiano avuto lo stesso tempo libero per scrivere, spiegandoci che la sinistra aveva un'occasione storica, grazie alla pandemia, per affermare alcuni suoi principi. Io penso che sia di una volgarità, di un'arroganza che non meritano commenti", ha spiegato.

 

 

 

Nonostante le critiche a Palazzo Chigi smentiscono avvicendamenti al ministero della Salute, nonostante ci sia anche l'inchiesta della procura di Bergamo e l'indagine su Ranieri Guerra. "Spero che nessuno sia intoccabile. Se alle questioni politiche dovessero aggiungersi quelle giudiziarie, la situazione diventa imbarazzante. Noi abbiamo ritirato un viceministro (Rixi ndr) per una storia di scontrini e di 150 euro che poi si è risolto nel nulla. È interesse di Draghi pensarci bene", avverte invece Claudio Borghi.

 

 

Nel frattempo la Lega si schiera sempre di più per le aperture. Salvini le chiede già ad aprile per alcune attività economiche, soprattutto di bar, ristoranti. Non vuole rimanere spiazzato, scrive la Stampa, a destra dalla concorrenza di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia. "La cosa che non posso più tollerare da cittadino è la perdita di tempo, la vaghezza", ha detto riferendosi alle date per le riaperture. Infine l'attacco all'alleato di governo, il Pd: "L'oggettivo criterio per età anagrafica è incontestabile. L'unica cosa che non posso immaginare è la proposta del Pd di riaprire quando saranno vaccinati i 60enni. Allora ditelo che se ne parla a settembre. Qualcuno pensa di fare un'opera di riequilibrio sociale ed economico sulla base dell'emergenza pandemica", tutte parole che non piaceranno al premier Draghi.

 

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