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Gianluigi Paragone contro Roberto Speranza e chi lo difende: "Giù la maschera, venite in Aula per la mozione"

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"Una disciplina olimpica di estrema difficoltà". Lo definisce così Gianluigi Paragone il tentativo di difendere il ministro della Salute Roberto Speranza. E per questo c'è solo una soluzione: un'appuntamento in Aula. Proprio così perché la sua Italexit, "assieme all'appoggio di Fratelli d'Italia e dei colleghi di Alternativa C'é, è pronta a depositare una mozione di sfiducia individuale. Loro faranno altrettanto e faremo fronte compatto, perché la medaglia d'oro nello Sperathlon non la vogliamo, anzi da questo pessimo ministro vorremmo proprio liberare gli italiani".

 

 

Un vero e proprio affronto quello annunciato dall'ex grillino sulle colonne del Tempo. Nel mirino, ancora una volta, "l'incapacità di tale funzionario di partito è abbondantemente sotto gli occhi di tutti. Eppure è li. Chi lo difende ancora dovrà pertanto ammetterlo attraverso un voto in parlamento, di fronte agli italiani. Si o no, il resto viene dal demonio". D'altronde la mozione di sfiducia mette nero su bianco i dubbi che aleggiano intorno all'operato del ministro nella gestione della pandemia. "Il 28 gennaio 2021 - abbiamo scritto nella mozione di sfiducia - il Ministro della salute è stato sentito dalla procura di Bergamo nell'ambito dell'inchiesta sulla pandemia e circa il mancato aggiornamento del Piano pandemico, come persona informata sui fatti; così come è notizia recente che la stessa Procura abbia acquisito alcune conversazioni telefoniche scritte, risalenti al maggio 2020, fra Ranieri Guerra, direttore vicario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità e membro del comitato tecnico scientifico".

 

 

Il caso oramai è noto a tutti: nelle conversazioni si parlava del dossier diretto da Francesco Zambon, in cui la gestione della pandemia da parte dell'Italia veniva considerata "improvvisata, caotica e creativa". Complice un Piano pandemico mai aggiornato. Insomma, tutte questioni su cui Speranza dovrebbe rispondere lasciando il dicastero. E a chi lo difende - è il messaggio di Paragone - "giù la maschera".

 

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