Cerca
Cerca
+

Gianluigi Paragone, sfregio a Cristo al Pride: "La mia libertà di insultare questo tizio qui

  • a
  • a
  • a

Gianluigi Paragone rivendica il diritto alla libertà di espressione e di opinione che verrebbe irrimediabilmente soffocato dal ddl Zan. In un durissimo articolo pubblicato su Il Tempo, il leader di Italexit sostiene che ormai "chi osa alzare la mano per dissentire diventa omofobico e clerical-fascista, esattamente come chi critica l'Europa è un nostalgico sovranista, fuori dal tempo e chi critica i vaccini un pericoloso negazionista e no vax. Il manganello dei giusti ha la sua ratio nella rieducazione civile, nella ripulitura del linguaggio. Pertanto è doveroso nei confronti di chi come me non ci sta ad accodarsi".

 

 

"Il ddl Zan non è solo la richiesta di aggravare un reato, bensì è la tracimazione di una cultura minoritaria dentro un mondo (maggioritario) che a lor signori non piace", osserva Paragone. E attacca: "Se un pisquanello si veste da Gesù con la croce e gonnellino arcobaleno in una manifestazione lgbt pride, io voglio essere libero di insultarlo perché a fronte di una provocazione siffatta la mia libertà di manifestare non deve trovare nella difesa di genere una protezione aggiuntiva". Ma attenzione, prosegue il leader di Italiexit, "con il ddl Zan non si potrà fare. Così come dovremmo starcene zitti di fronte ai cambiamenti che la loro idea di modernità impone. Ecco, non mi sta bene. E lo dico senza dovermi giustificare di nulla. Ho riso con le commedie all'italiana, con gli scherzi anche sessisti di un sacco di comici, e mi riascolto persino gli Squallor. Dovrò subire una riabilitazione? «Non hai pietà verso chi viene picchiato in quanto omosessuale». Ribalto: non ho gran pietà verso chi picchia un omosessuale, esattamente come non ho gran pietà verso chi violenta le donne, chi mena a sangue persone colpevoli di bersi un drink nella movida proprio quando gang di teppisti cominciano le loro risse".

 

 

Insomma, conclude Paragone, "se vogliamo proteggere i deboli facciamo in modo che la forza pubblica sia davvero una forza al servizio dei cittadini, senza alcuna distinzione. Mi fa ridere il sindaco Sala che spinge per i diritti lgbt dopo che egli stesso ha depotenziato a Milano il diritto alla sicurezza, riducendo il numero di agenti della Polizia Locale: a Milano ormai è un far west assoluto. Che diavolo ha fatto il sindaco fighetto? Sala sfila al Pride dopo che ha sfilato ai giovani la speranza di avere delle possibilità, di avere una casa, di poter vivere in una città che anche fa coincidere la parola «riqualificazione» con il concetto di esclusione". 

 

Dai blog