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Claudio Borghi e i vaccini: "Parte il vaffa***o, perché non chiedete a un omosessuale...". Travolto dagli insulti

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Il Ddl Zan verso lo slittamento, ma il Pd trova il modo di fare la guerra alla Lega. Il motivo stavolta è un tweet del senatore leghista Claudio Borghi: "Terzo giornalista che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaffanc***o e la cancellazione dalla lista dei contatti. Perché questi eroi la prossima volta che intervistano un LGBT non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?". 

 

 

 

 

Poco dopo, l'esponente della Lega si vede costretto a pubblicare un altro post: "Per gli analfabeti funzionali, si specifica che quanto scritto sopra significa considerare stupida e spregevole sia la domanda sulla profilassi che quella sulla vaccinazione. Perché quella che giustamente sarebbe considerata domanda cretina in un caso è approvata nell'altro?".

Non è bastato, però, per spegnere la polemica politica. "Coloro con i quali noi dovremmo negoziare e condividere norme contro la omotransfobia...", scrive su Twitter Enrico Letta, segretario del Pd. "Prima di chiedere mediazioni sul ddl Zan, Salvini sia coerente e cacci Borghi dal suo partito", afferma il deputato dem Alessandro Zan.

 

 

 

 

Critiche anche dal Movimento 5 Stelle: "Nel 2021 c'è ancora chi, come il leghista Claudio Borghi, alimenta l’odioso pregiudizio che associa la sieropositività e l’Hiv alle persone LGBT, falso mito sfatato da anni. Le parole del deputato leghista, contenute in un suo tweet, riportano le lancette dell'orologio indietro nel tempo, quando lo stigma verso le persone di diverso orientamento sessuale era legato alla sieropositività. Ci auguriamo che la Lega prenda le distanze da parole così aberranti ancora più gravi perché scritte da un parlamentare della Repubblica", dichiarano i parlamentari del M5s, componenti del Gruppo Pari Opportunità.

Critico nei confronti del leghista è anche il vice presidente del gruppo di Fi, Elio Vito. "Claudio Borghi si deve scusare per le cose che ha scritto sui social. La Lega faccia pure ostruzionismo al ddl Zan, non lo approvi, ma ciò non toglie che basterebbe un minimo di buon senso per non dire certe scempiaggini", dice Vito in Aula alla Camera.

"Se Borghi si vaccina o non si vaccina - aggiunge - poco importa ma eviti di fare dichiarazioni indegne che stanno generando una polemica altrettanto indegna. Chieda scusa a me, alla comunità e a tutti i cittadini che dovrebbe rappresentare con onore e decoro. Gettare nuovamente sulla comunità lgbt e sull'omosessualità lo stigma della sieropositività sia una cosa ignobile".

"La scienza ha dimostrato che è inesatto ma soprattutto che tutto questo non c'entra nulla con la vaccinazione contro il Covid. Paragonare omosessualità e sieropositività è un gravissimo gesto di discriminazione", conclude il vice capogruppo di Fi al quale il deputato del Pd, Filippo Sensi, alzandosi dal proprio scranno, ha stretto la mano.

"Vedo che troppa gente in Parlamento non sa leggere. In un tweet ho condannato l'invasività nella sfera personale delle domande sullo stato vaccinale paragonandole a certe domande altrettanto inopportune che venivano rivolte ai tempi dell'aids sulla sieropositività", dice Borghi all'AdnKronos. "Basta una minima conoscenza dell'italiano per capire che se si condanna una pratica è il contrario di approvarla - sottolinea l'economista della Lega - . Un non vaccinato non è 'contagioso'".

Borghi poi accusa: "Vedo in giro atteggiamenti moralmente intollerabili tanto quanto era intollerabile negli anni '80, che ho vissuto, la discriminazione degli omosessuali per assurdi timori di malattie. Condanno tutte le discriminazioni, evidentemente per molti sedicenti democratici non è così".

Poi, in un altro tweet, si rivolge a Zan: "Caro Zan dovrebbero cacciare te perché fai il parlamentare e non sai leggere. Io gli anni 80 li ho vissuti e trovo il pregiudizio di chi pensava omosessuale = sieropositivo altrettanto rivoltante e cretino di chi pensa che un 'non vaccinato' sia uguale a 'contagioso'. Spero ancora si possa".


 

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