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Pietro Senaldi, il caso Mps e l'alleanza di centrodestra: tutte le spine della politica d'agosto

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Secondo Pietro Senaldi, condirettore di Libero, è il Pd a rischiare di più su Mps: "Rappresenta uno dei nodi al pettine della gestione passata. E’ incredibile è che a gestire la vicenda ci sia un dem come Piercarlo Padoan: vorrebbero sanare Mps ma si oppongono a qualsiasi soluzione che possa sanarlo per non avere un impatto sul proprio elettorato, perché sanare significa spesso tagliare i costi, come quelli del personale. Se a ciò aggiungiamo che Enrico Letta è candidato a Siena allora la quadratura del cerchio sembra improbabile", spiega in una intervista al sito formiche.net

 

 

 

"Lo spezzatino? Ci sarebbero più problemi che soluzioni, perché si trasformerebbe Mps in una specie di Alitalia, con decenni passati a mantenere una realtà improduttiva. Non avremmo a quel punto solo Mps da sovvenzionare allegramente, ma tutto il marcio del sistema bancario da tenere in piedi. Pagherà ancora Pantalone? La proposta di Salvini sul terzo polo bancario è una proposta che mi sorprende".

 

 

 

Il centrodestra è primo nei sondaggi: ha la sufficiente omogeneità per governare? "La coalizione di centrodestra mi sembra abbastanza omogenea, più di quella fatta da piddini e grillini, e in quanto tale crea rivalità tra leader. Se non fosse così non ci sarebbe alternanza. Letta e Conte sono due cose diverse, invece Salvini può essere alternativo alla Meloni: è in questa omogeneità che nasce la competizione. Sulla maturità per il governo non ho dubbi: forse Conte era maturo per fare il premier? Lo hanno preso e lo hanno messo lì, con tutti gli italiani che per mesi lo hanno ritenuto un genio. Prima bisognerà vedere chi vincerà e come le elezioni. Se Winston Churchill fosse iscritto a FdI o Lega e avesse vinto nelle urne, sono sicuro che la sinistra si sarebbe industriata per sostenere che è un antidemocratico e senza relazioni internazionali", conclude Senaldi.

 

 

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