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Carlo Calenda, il suicidio del candidato sindaco a Roma: "I laziali non votano, non capiscono la scheda"

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Ahi ahi ahi, Carlo Calenda. Il leader di Azione è infatti candidato sindaco a Roma, nella città con più candidati al globo: lui, Virginia Raggi, Roberto Gualtieri, Enrico Michetti e chi più ne ha più ne metta. E i sondaggi, un poco a sorpresa, accreditano Calenda di numeri molto robusti, tanto che sarebbe lanciatissimo verso il ballottaggio. Staremo a vedere.

 

Ma si diceva: ahi ahi ahi, Carlo Calenda. Che succede? Succede che contro il candidato giallorosso, lui che è grande tifoso della Roma, si sia scatenato lo tsunami di quelli della Lazio. E la colpa è tutta di... Calenda. Incredibile ma vero, soltanto l'11 aprile scorso, quando la sua candidatura non era ancora ufficiale ma probabilmente neppure fuori dai radar, contro i biancocelesti, così come rivanga Dagospia, spese parole al vetriolo.

 

Quando gli chiedevano su Twitter per quale squadra tifasse, rispondeva: "La Magica. Ovviamente. Ma con moderazione". Cinguettio al quale un utente rispondeva, ironico e tagliente: "Già aveva il 4%, se perdiamo anche i voti dei laziali è la fine...". Commento al quale Calenda rispondeva: "I laziali non votano. Non capiscono la scheda elettorale. È noto". Insomma, i tifosi della Lazio come trogloditi. E ora, spiega sempre Dagospia, con l'avvicinarsi delle elezioni amministrative a Roma, che tweet stanno ritornando a circolare con insistenza. E chissà che non costino una bella fetta di voti e consenso all'improvvido Calenda...

 

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