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Emma Bonino svela la tragedia dell'Afghanistan: "La giornalista donna che intervista il talebano? Una sceneggiata". Com'è andata veramente

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Emma Bonino conosce bene l’Afghanistan e ancora meglio la capitale Kabul, dove ha vissuto sei mesi ed è stata pure arrestata per qualche ora la prima volta che vi ha messo piede. Era il 1997 e svolgeva il ruolo di commissaria europea: anche se da allora i tempi sono cambiati e i talebani non sono più gli stessi, la Bonino continua a non fidarsi assolutamente di loro.

 

 

Tanto da essere convinta che le promesse sul rispetto dei diritti umani e delle donne “dureranno lo spazio di un mattino”, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Stampa. Alla senatrice di +Europa appare chiaro il disegno dei nuovi padroni dell’Afghanistan: “Adesso gli serve mostrare al mondo che sono cambiati e sono diventati moderati. Ma io di talebani moderati non ne conosco. Certo, non è il governo talebano che ho visto all’opera nel 1997. Ma penso che le grandi promesse, l’amnistia, pure la giornalista donna che intervista il loro portavoce, sono tutto fumo. Li vedremo tra un po’ all’opera”.

 

 

 

 

Non a casa migliaia di cittadini afghani stanno provando a scappare: “Quello che mi ha sbalordito - ha dichiarato la Bonino - è l’impreparazione della colazione e degli americani su tutti. Con tutti i soldi che spendono per l’intelligence, possibile che non avessero capito che il governo si sarebbe sciolto nel giro di una mattinata? E lo stesso per i militari. Mi sconcerta, poi, la scoperta che non avevano nemmeno un piano per l’evacuazione”.

 

 

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