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Afghanistan, accuse e sospetti dell'ex capo Cia: “Chi ha aiutato i talebani. Il Paese diventerà il santuario sicuro dei terroristi”

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Leon Panetta era il capo della Cia durante l’operazione che uccise Osama Bin Laden, dopodiché è stato anche segretario della Difesa durante l’amministrazione di Barack Obama. Intervistato dall’inviato newyorkese del Corriere della Sera, l’ex numero uno dell’intelligence americana ha parlato delle errate previsioni degli Stati Uniti sulla riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani. “C’è stato un fallimento nell’anticipare e fornire l’intelligence da parte dei servizi sia militari che civili”, ha dichiarato Panetta.

 

 

“Non hanno capito quanto rapidamente si stessero muovendo i talebani - ha aggiunto - e come il governo afghano fosse sull’orlo del collasso. L’intelligence iniziale diceva 8-9 mesi, poi si pensava che la caduta potesse avvenire in autunno… Penso che non siano state fornite informazioni precise in modo abbastanza rapido. Ma parte del problema - ha sottolineato l’ex capo della Cia - è che, ritirando le truppe, abbiamo perso le fonti stesse che ci fornivano l’intelligence sul territorio. Non ci voleva un genio per capire la situazione: era chiaro che i militari locali non avevano l’appoggio necessario per contrastare i talebani, che ne hanno approfittato”.

 

 

Inoltre Panetta non ha dubbi che il Pakistan abbia aiutato i talebani a prendere il potere, mentre adesso gli Stati Uniti si ritrovano isolati: “Non abbiamo partner afghani che ci assistano. Sarà più difficile quindi impedire che questi gruppi terroristici si riformino o che sviluppino piani che potrebbero trasformarsi in attacchi all’estero. Pagheremo un prezzo: l’Afghanistan potrebbe diventare un santuario sicuro per i terroristi”.

 

 

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