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Lockdown, Roberto Speranza agita lo spettro di nuove chiusure: "Quando saremo costretti a farlo"

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L'estate sta finendo ma Roberto Speranza non se ne va. Il ministro della Salute, mister chiusure, l'esponente di Leu che sembra guardare con nostalgia al lockdown, torna subito a parlare di chiusure. Interpellato dal Corriere della Sera, parla del fatto che presiederà il G20 dei ministri della Salute: "Io cerco sempre di restare umile, ma è un appuntamento davvero importante. Puntiamo a firmare il "Patto di Roma" per vaccinare gli abitanti del mondo intero", premette.

 

Dunque, quando gli chiedono di suggerire un titolo per l'evento, risponde: "I paesi più ricchi e forti si fanno carico di costruire una campagna di vaccinazione estesa a tutte le nazioni. Nessuno si salva da solo e il vaccino è l'arma che abbiamo". E fin qui, tutto bene. Dunque, quando gli chiedono quando usciremo dalla pandemia da coronavirus, replica: "Fauci ha detto nel 2023... Dipenderà dalla nostra capacità di vaccinare tutto il mondo".

E quando gli fanno che ora il quadro epidemiologico sembra stabile, Speranza spiega di dare per scontato che con la riaperture delle scuole ripartiranno i contagi, e ribadisce: "E  il vaccino è lo strumento per evitare nuove misure restrittive". Arieccolo, insomma, già a parlare di misure restrittive, di nuove chiusure, di lockdown, limitazioni. Un tarlo. Come si decideranno? "Il governo terrà conto del quadro epidemiologico e delle ospedalizzazioni, con particolare attenzione alle terapie intensive e al numero dei decessi, la cosa più drammatica. Questi dati si incroceranno con la percentuale di vaccinati", rimarca Speranza.

 

Dunque, si fa ancor più minaccioso: "Il virus esiste ancora, è forte e circola. O rafforziamo ancora la campagna vaccinale, o siamo costretti a immaginare che a un certo punto bisognerà usare le misure del passato". Parla di lockdown? "Sto dicendo che i vaccini salvano la vita delle persone. In pandemia la coperta rischia di essere corta, o la tiriamo con forza dalla parte dei vaccini o dovremo immaginare nuove chiusure", evade la risposta Speranza. Ma la traduzione è semplice: sì, Speranza sta già parlando di nuovi lockdown. La politica del terrore.

 

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