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Reddito di cittadinanza, assist di Andrea Orlando e spreco infinito: quanti nuovi miliardi buttiamo con l'assegno M5s

Attilio Barbieri
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Alla fine il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha presentato il piano per le politiche attive, battezzato con l'acronimo Gol, che sta per Garanzia di occupabilità per i lavoratori. Un'operazione da 4,4 miliardi di investimento, cui si aggiungono, come spiega lo stesso ministro, «500 milioni dal React Eu e 1,2 miliardi per il rafforzamento dei centri per l'impiego». Un affare da oltre 6 miliardi che drena risorse importanti e aggiunge altri soldi a quelli già stanziati per il Reddito di cittadinanza. Anziché mettere mano al sussidio grillino, il titolare del Lavoro gli ha aggiunto un pezzo. La Garanzia di occupabilità dei lavoratori, infatti punta a creare le condizioni per ricollocare circa 3 milioni di persone. Inclusi i beneficiari del reddito di cittadinanza.

 

«Il pacchetto di misure mette in sintonia le politiche attive con la riforma degli ammortizzatori», ha spiegato al tavolo del confronto con le parti sociali, Orlando che lega così i dossier più caldi che a breve dovrebbero vedere la luce. «Le politiche attive sono centrali per gestire i cambiamenti strutturali in atto e anche per evitare che troppi lavoratori restino indietro. Dalla qualità delle competenze infatti dipende il futuro dei lavoratori ma anche la tenuta dell'intero sistema. In questi anni, abbiamo assistito ad un incremento del mismacht fra richieste e competenze che finisce per penalizzare soprattutto i lavoratori con basse competenze», ha spiegato il ministro ai sindacati. L'obiettivo è quello di dare lavoro a chi l'ha perso, insegnare un mestiere ai giovani, riqualificare le persone espulse dalle aziende per renderle appetibili per una nuova impresa. Il traguardo è fissato al 2025.

«Siamo di fronte a un'occasione storica di rilancio di questo settore: non c'è mai stato un investimento così consistente su questo fronte». Resta da capire come si procederà nella formazione e riqualificazione delle persone. Perora l'unico elemento sicuro è rappresentato dai sei miliardi d'investimenti che si aggiungeranno a quelli previsti per il Reddito di cittadinanza. «Definire Gol prima di chiudere sugli ammortizzatori sociali», aggiunge Orlando, «ci consente di mettere in piena sintonia il tema delle politiche attive con quello degli ammortizzatori sociali e anche, secondo una raccomandazione diffusa, di far discendere le scelte sugli ammortizzatori sociali dalle politiche attive». Una connessione temporale che non è sfuggita però alla Cgil.

 

Lesta nel mettere le mani avanti. «L'apertura di un confronto sulle politiche attive è decisiva, ma questo dovrà essere strettamente connesso alla discussione sulla riforma degli ammortizzatori sociali, che speriamo possa proseguire nei prossimi giorni», ha affermato Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil: «Inoltre, entrambe le discussioni dovranno essere accompagnate da un tema più generale, quello degli investimenti: senza un chiaro piano di politiche industriali rischiamo che il Paese non torni a crescere». Per la vice di Landini «sarà centrale il tema del governo pubblico del sistema. Allo stesso tempo sosteniamo l'esigenza di una stretta relazione fra politiche attive e sistema d'istruzione e formazione». Si preannuncia già una gigantesca indigestione di corsi di formazione e di addestramento professionale finanziati con i soldi pubblici. Resta da capire se saranno efficaci per rendere occupabile chi si trova senza lavoro.

 

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