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Coronavirus, le mascherine Fca distribuite un anno fa sono "non conformi": l'ultimo disastro del duo Conte-Arcuri

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"Due lotti delle mascherine prodotte da Fca e finite quasi integralmente negli istituti scolastici devono essere ritirati immediatamente a causa della loro non conformità. È il contenuto di una nota inviata lo scorso 6 settembre dal ministro della Salute al dicastero dell'Istruzione. Un avviso arrivato a soli sette giorni dal ritorno in classe in quasi tutta Italia e che scrive una parola forse definitiva su una vicenda - quella dei dispositivi di protezione prodotti dalla ex Fiat - che fin dall'inizio ha sollevato polemiche e sospetti". Lo rivela il Tempo.

 

 

 

Nella nota del ministero della Salute si svela che è stata la stessa Fca Italy S.p.a. a segnalare i problemi, ma non è possibile risalire la lista degli istituti a cui sono state effettivamente distribuite le mascherine incriminate. "Il compito di individuarle passa quindi a tutti gli istituti scolastici interessati affinché provvedano a individuare, non utilizzare e quarantenare le eventuali giacenze. Poi sarà il fabbricante a occuparsi del ritiro", si legge nella nota del ministero. L'accordo tra l'allora governo Conte Bis e la Fca fu siglato nell'estate 2020, "quando dall'Istituto superiore di Sanità arrivarono cinque autorizzazioni alla produzione: tre per le mascherine per adulti di tipo tradizionale, due per le mascherine di tipo pediatrico da distribuire sostanzialmente nelle scuole. Erano 11 milioni per i più piccoli. È su queste si sono concentrate le polemiche, per i sospetti sul loro reale potere filtrante.

 

 

 

Alle rassicurazioni dell'azienda e dell'allora commissario all'Emergenza Domenico Arcuri - "non c'è alcun problema di tossicità" - segui una denuncia dell'Usb alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti a carico di Fca Italy con l'accusa di "frode in pubbliche forniture", nel gennaio 2021. "Oggi, ammettendo con diversi mesi di ritardo la non conformità di due lotti, è la stessa ex Fiat a riconoscere l'esistenza del problema. Aprendo la strada anche a un possibile seguito della vicenda giudiziaria", conclude il Tempo.

 

 

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