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Quarta Repubblica, Giuseppe Conte confessa: "In famiglia erano tutti contenti". Anche a casa sua non ne potevano più del premier

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One man show, quello di Giuseppe Conte a Quarta Repubblica. Il programma di Nicola Porro, nella puntata di lunedì 13 settembre, si apre con una lunga intervista all'ex premier e attuale leader del M5s, il quale si racconta a tutto campo. E alcuni passaggi del colloquio sono indimenticabili poiché surreali.

Si parte da Domenico Arcuri, che Conte prova ancora a difendere nonostante i disastri ai tempi del suo coordinamento dell'emergenza Covid. Per esempio, il grillino si chiede: "Che male c'era a costruire in mezzo alle città le Primule?". Il riferimento è ovviamente alle primule viola, i costosissimi hub vaccinali spazzati via dal generale Figliuolo. E ancora, sempre parlando di Arcuri, conte afferma: "Appena è scoppiata la pandemia ho chiesto ad Arcuri una cortesia per il Paese: gli ho domandato di dedicarsi anima e corpo a salvare il Paese". Come sia andata a finire, lo abbiamo visto un po' tutti.

 

Quindi, parlando di se stesso, ecco che il presunto avvocato del popolo afferma: "Io sono uscito da Palazzo Chigi e sono andato tra la gente, per ossigenarmi". Poi svela come anche in famiglia avessero tirato un sospiro di sollievo una volta che il suo compito da premier era terminato: "In famiglia quando è finito il Conte1 erano tutti contenti. Ho vissuto dei giorni di tranquillità". Si passa poi al suo M5s, e Conte afferma: "Il limite del secondo mandato deve prima passare dalla valutazione degli iscritti". Insomma, come sempre tra i grillini vale tutto e il contrario di tutto.

 

Infine, un accenno alle parole di Giuseppe Conte su Matteo Salvini: "Io con Salvini non ho problemi personali, è anche una persona simpatica. Ma sull'immigrazione gli ho detto fin dall'inizio che era da migliorare il sistema dei rimpatri". E ancora: "Alcuni aspetti dei decreti sicurezza di Salvini non li condividevo. Ma sono sceso a compromessi", ha concluso Giuseppe Conte.

 

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