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Mario Draghi al Quirinale? Ecco perché Pd e M5s sotto sotto tifano per lui (ma non lo possono dire)

 Mario Draghi

Antonio Rapisarda
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Doppio pericolo potenzialmente scampato: il Cavaliere alle soglie del Quirinale e le elezioni anticipate. Se il piano Draghi - nome in codice "Nonno al Colle" - dovesse andare per intero in porto, dal fronte giallofucsia potrebbero tutto sommato guardare il bicchiere mezzo pieno. A tirare un sospiro di sollievo davanti a un'eventuale ascesa quirinalizia di SuperMario, con l'assicurazione di un governo blindato fino ad elezioni "naturali", vi è di certo il corpaccione M5S: coloro che agognano un altro annodi onorevole stipendio come si fa con un'oasi nel deserto. A sottolineare la soddisfazione per la "rassicurazione" offerta dal premier (governissimo avanti «indipendentemente» da chi lo guida) è una nota che impegna tutte le anime grilline: dai contiani ai dimaiani. «Il M5S ha apprezzato le parole del premier e l'operato del governo che sta rispettando i punti programmatici su cui è nato». Ma c'è un "ma": «C'è ancora tanto lavoro da fare».

 

 

Per questo motivo, fra la messa a terra del Pnrr e la crisi delle varianti, per i 5 Stelle occorre proseguire con l'attuale compagine di governo: «È importante che continui una guida capace di tenere insieme una maggioranza larga e composita». Guarda caso, nemmeno per loro ha più importanza "chi". Ciò che più conta è la «continuità» dell'azione di governo: «Per non lasciare i cittadini e le istituzioni in condizioni di "vacatio" che comporterebbe seri problemi per tutti». Più striminzito ma altrettanto significativo il commento del Pd. Una volta metabolizzato il trauma di non poter eleggere per la prima volta un proprio "tesserato" al Colle, dal Nazareno sono stati celeri a far filtrare «apprezzamento» per la road map che il premier ha ventilato in conferenza stampa.

 

 

Una soluzione - Draghi successore di Mattarella - che escludendo la variante Berlusconi (un incubo per Enrico Letta) e le urne anticipate (uno spauracchio per gli ex renziani), anche qui accontenterebbe e scontenterebbe un po' tutte le correnti. Il risultato? Il male minore per tutti. E dunque il Pd, spiegano le fonti, «condivide il giudizio» di mr. Bce sull'azione dell'esecutivo ma soprattutto «sulla prosecuzione fino alla scadenza naturale della legislatura con continuità dell'azione di governo». A sinistra dei dem, pronti addirittura a brindare da LeU. «Pieno apprezzamento» per le parole di Draghi sulla necessità di proseguire con l'attuale compagine «con l'obiettivo di continuare a tutelare la salute degli italiani». Il raggiungimento di questi risultati, spiegano, verrebbe «inevitabilmente» messo in discussione dall'alterazione «degli attuali delicati equilibri di governo».

 

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