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Mario Draghi, retroscena: la frase su Hitler e Putin auto-censurata all'ultimo secondo

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Il discorso di Mario Draghi in Parlamento è stato durissimo, già un "discorso di guerra" per molti versi. Il premier italiano ha attaccato senza mezzi termini Vladimir Putin per la sua aggressione ingiustificata all'Ucraina. Eppure secondo il Giornale l'ex numero uno della Bce si è contenuto, auto-censurato, forse per non determinare nuovi e ancora più gravi incidenti diplomatici con il Cremlino.

 

 



Sulle sanzioni e la possibile esclusione di Mosca dal sistema Swift (di fatto, una vera e propria bomba nucleare finanziaria), fino a qualche giorno fa Draghi si era mosso "con molta prudenza", anche perché "con il sistema bancario russo in isolamento per l'Italia diventerà infatti impossibile pagare le forniture di gas alla Russia". Poi il confronto diretto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e "il cambio di passo": l'interesse nazionale, nota il Giornale, "ha inevitabilmente dovuto cedere il passo alle ragioni della tenuta democratica dell'Occidente".

 

 

 



Per questo motivo, anche in aula, Draghi "ha abbandonato la linea del confronto a tutti i costi" e in Senato ha sottolineato come chi come Mosca "in questo momento ha più di 60 chilometri di carri armati alle porte di Kiev non vuole la pace". Una condanna categorica per Putin, accusato di "molta premeditazione e preparazione". Il paragone obbligato è con Adolf Hitler in persona: "L'aggressione della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre 80 anni, all'annessione dell'Austria, all'occupazione della Cecoslovacchia e all'invasione della Polonia". Questo, almeno, recitava il testo diffuso da Palazzo Chigi prima dell'intervento del premier. Nel suo discorso ripreso dalle telecamere, però, Draghi si è "contenuto", fermandosi agli "80 anni" ed evitando i riferimenti più pesanti alla anschluss nazista.

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