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Ucraina, Luigi Di Maio: "Putin quasi in default". Perché i soldati italiani si schierano a Est: scenario inquietante

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"Per evitare l'escalation dobbiamo indebolire pesantemente Vladimir Putin e l'economia russa. Ben venga il quarto pacchetto di sanzioni, che stanno avendo un impatto clamoroso. Praticamente quando dicono che pagano solo in rubli significa che c'è già stato il default. Quanto più li indeboliamo, tanto più Putin avrà difficoltà a sostenere guerre''. Lo dice a Repubblica il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, partito per una missione nella Repubblica del Congo e Angola. "È l'ultimo passo di una serie di missioni - afferma Di Maio - dopo Qatar e soprattutto Algeria, che servono a diversificare le fonti energetiche. Dobbiamo sostituire 29 miliardi di metri cubi di gas russo. Già così ne compenseremo la metà in due mesi. Ma sono ottimista, si può riuscire ad andare anche oltre". 

 

 


Per Di Maio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è "un eroe mondiale che merita di essere ascoltato al Parlamento italiano, anche se le cose che ci dirà non siamo disponibili a farle". Al Corriere della Sera, il ministro brillino aggiunge che "l'Italia deve continuare a sostenere l'indebolimento e l'isolamento internazionale di Putin. Se continua così condanna alla morte economica il suo popolo, che protesterà sempre di più. L'Italia deve dimostrare di volere davvero quello che sta dicendo. Sono d'accordo con Draghi, fino ad ora Putin non ha dimostrato di volere la pace. I temi della neutralità dell'Ucraina, della denazificazione, dei territori del Donbass e della Crimea sono scuse, o basi negoziali? È Putin a doverlo dimostrare".

 

 

 


"La Russia rischia il default. Più sarà indebolita l'economia russa, meno Putin potrà finanziare questa guerra. Quelli che abbiamo visto fare all'esercito russo sono attacchi brutali, disumani, inaccettabili. Abbiamo fatto bene a presentare istanza alla Corte penale internazionale per verificare se siamo davanti a crimini di guerra. Nel sostenere la soluzione diplomatica non voglio apparire slegato dalla realtà, ma è l'unica soluzione per evitare che il conflitto dilaghi. Ovviamente le preoccupazioni ci sono tutte, non a caso abbiamo deciso di dislocare sul confine Est della Nato più aerei e più truppe". Ma l'Italia non in guerra, sottolinea l'ex vice premier: "Noi facciamo tutte le azioni diplomatiche che servono per evitare che la guerra arrivi in Europa, ma non entriamo in conflitto. È stato chiaro Biden e lo siamo stati noi, chi dice che l'Italia è in guerra afferma una cosa errata. Ho incontrato il segretario della Nato Stoltenberg e abbiamo ribadito che non ci sono i presupposti per una No fly zone né per dare a Kiev aerei da combattimento. Si rischierebbe di far scattare una guerra mondiale. Gli attacchi alle centrali nucleari sono inquietanti e fanno parte della strategia di Putin, serve massima cautela. Ma ad oggi non c'è un rischio, lavoriamo per evitare che la Nato entri nel conflitto. Tutti gli attori che lavorano a una mediazione vanno ascoltati, anche la Cina, che al di là delle differenze che non abbiamo dimenticato può avere un ruolo importante. La Turchia è molto avanti. Portando Lavrov e Kuleba al tavolo di Antalya ha aperto un percorso". 

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