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Giuseppe Conte, "Draghi in aula". Caos Pd-M5s, il premier cade sui carri armati a Zelensky

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Portare Mario Draghi in aula per un voto che potrebbe farlo cadere. Lo dice chiaro e tondo, Giuseppe Conte, in una intervista al Fatto quotidiano: "Sarà importante che il premier chiarisca l'indirizzo politico che intende far valere nei contesti internazionali, e che questo sia vagliato e approvato dal Parlamento". Il leader del Movimento 5 Stelle dice ancora una volta no al rifornimento di armi pesanti all'esercito ucraino. "Sui tank - spiega - bisogna votare". E il voto brillino sarebbe un no, fragoroso. 

 

 



Il segretario dem Enrico Letta, interrogato dai giornalisti in mattinata, svicola: "Conte vuole Draghi in aula? Non ho letto i giornali...", a conferma del grave imbarazzo politico nel centrosinistra. Il Pd, di fatto unico partito schierato a difesa del premier sia sulle armi sia sulle sanzioni contro la Russia, si ritrova accerchiato da LeU, sinistra interna e 5 Stelle. Sul rapporto con gli alleati, però, Conte precisa: "Non mi interessa essere più a sinistra del Pd. Mi preme piuttosto esprimere la chiara identità progressista del Movimento e la sua grande forza innovatrice e trasformatrice del Paese". E rimarca: "Quando il Movimento ha espresso una profonda convinzione, come quella della contrarietà al riarmo e sul perimetro di legittimità del sostegno all'Ucraina, la reazione da parte di alcune componenti del Pd è stata aggressiva e irriguardosa. Ciò mi fa pensare che abbiamo ancora molto da lavorare sulla strada di un dialogo fondato sul reciproco rispetto, che scacci via pretese egemoniche di una forza egemonica". 

 

 

 



"Siamo favorevoli a sostenere l'Ucraina ai fini di una legittima difesa nel perimetro dell'articolo 51 dell'Onu - sono le parole dell'ex premier -, ma non siamo disponibili a inviare armi sempre più letali, sempre più pesanti, abbracciando una spirale di progressiva escalation militare che può solo portare a maggiori sofferenze per la popolazione e distruzioni. Per intenderci, non siamo favorevoli all'invio di carri armati. In questo momento così delicato noi dobbiamo fare di tutto per evitare che si arrivi a un conflitto mondiale". "Riteniamo che dopo oltre 60 giorni di guerra, gli italiani debbano sapere dal premier qual è l'obiettivo che l'Italia si impegnerà a perseguire in tutti i tavoli internazionali", spiega Conte, che sul sostegno M5s all'esecutivo poi aggiunge: "Non avvertiamo, come Movimento, la necessità di ribadire ogni giorno che abbiamo fiducia nel premier. Abbiamo votato la fiducia quando l'esperienza di governo è iniziata e l'abbiamo responsabilmente confermata in tutti i passaggi parlamentari". 

 

 

 

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