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Volodymyr Zelensky fa fuori anche la commissaria Denisova: sospetti sul golpe filo-russo in atto

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa cadere un'altra testa. Ci sarebbe lui, infatti, dietro la mozione di sfiducia del Parlamento ucraino contro la commissaria per i Diritti umani Lyudmila Denisova. La Verkhovna Rada, come annunciato da deputato del partito Holos Yaroslav Zheleznyak sul proprio canale Telegram, ha approvato con 234 voti favorevoli su un totale 450. La Denisova, dunque, sempre in prima linea nella comunicazione dal 24 febbraio a oggi, verrà rimossa dall'incarico.

 

 

 

Era stata la stessa ormai ex commissaria, lunedì sera, a denunciare come l'indicazione di sfiduciarla fosse stata fatta arrivare ai deputati della Radadirettamente dal presidente della Repubblica, con cui nel corso degli eventi bellici erano venuti a galla contrasti insanabili. "Un atto incostituzionale", è stata l'accusa della Denisova, 61 anni, di origini russe, nominata Commissario 4 anni fa dal predecessore di Zelensky (e suo avversario alle elezioni del 2019) Petro Poroshenko e già ministra nei governi di Yulia Tymoshenko (2007-2010) e Arseniy Yatsenyuk (2014).

 

 

 

 

Sul conto della Denisova, nelle ultime settimane, erano circolate voci piuttosto inquietanti. Come ricorda l'agenzia Unian, il 27 aprile scorso l'ex difensore civico dei bambini Mykola Kuleba l'aveva accusata di aver fornito informazioni agli occupanti russi sul nascondiglio di 58 bambini a Kherson. Secondo l'interessata, in realtà Zelensky disapprova la sua attività "in merito alla raccolta dei dati sulla violazione dei diritti umani nei territori occupati". Pavel Frolov, parlamentare del partito di Zelensky Servitore del popolo, ha invece elencato le responsabilità della commissaria, parlando di "sistematico inadempimento dei suoi poteri di organizzare corridoi umanitari, di proteggere e scambiare prigionieri, di opporsi alla deportazione di persone e bambini dai territori occupati e di altre attività per i diritti umani". E ancora: "Incomprensibile concentrazione su numerosi dettagli di 'crimini sessuali commessi in modo innaturale' e 'stupri di bambini' nei territori occupati, che non sono stati dimostrati con prove e che hanno solo danneggiato solo l'Ucraina". Ciliegina sulla torta: dopo il 24 febbraio scorso, la Denisova sarebbe stata all'estero in maniera immotivata, senza che ci fossero missioni di lavoro.

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