È stata l'eroina degli immigrazionisti, quindi la campionessa degli antisessisti, ora le mancava al cursus honorum solo il diventare il riferimento degli antisionisti.
La deputata dem Laura Boldrini da alcuni giorni è in visita in Israele dove sta tenendo una serie di incontri con personalità della società civile e della politica sia israeliane che palestinesi. Ieri era in Cisgiordania, l'area nell'est di Israele che i palestinesi reputano autonoma da Tel Aviv sulla base degli accordi di Oslo del 1993, mentre gli israeliani chiamano col nome di "territori contesi", essendo l'accordo definitivo tra Israele e Palestina ancora ben lontano da venire. Su questa base gli israeliani, da tempo, hanno ripreso a edificare case e ad abitare in quella zona: sono le costruzioni dei coloni che i palestinesi reputano una forma di occupazione. E lo reputa anche la Boldrini che su Facebook avverte: «Visitiamo i territori palestinesi occupati».
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La malattia segreta di Vladimir Putin è un grande classico di questi due mesi abbondanti di guerra in Ucraina. Su...E quindi racconta le condizioni in cui i militari israeliani costringerebbero a vivere i palestinesi: «senza accesso all'acqua e all'elettricità», con «case demolite», senza «il permesso né di camminare, né girare in auto lungo alcune strade, né di avere attività commerciali». Questo racconto porta la Boldrini a ricordare che «mantenere l'occupazione israeliana della Palestina vuol dire vivere in uno stato di conflitto permanente» e ad auspicare «l'unica strada possibile: due popoli, due Stati».
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"Non ha parlato di guerra, Vladimir Putin ha parlato di azione difensiva in Donbass per difendere la patria, sta da...Ma il problema non sono tanto le parole della Boldrini, tutto sommato ragionevoli considerato il suo arcinoto approccio filopalestinese; quanto i commenti dei suoi follower su Facebook che si scatenano con le più pesanti frasi antisioniste. C'è un'utente che chiede «un'azione di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro lo stato occupante e di apartheid» e contro «la perenne impunità dell'occupante sionista», un'altra che parla di «campi di concentramento in cui sono racchiuse due generazioni di Palestinesi». E c'è chi, oltre a boicottaggio e sanzioni, chiede all'Occidente di inviare armi ai palestinesi proprio come fa con gli ucraini: «Non vedo nessuna possibilità di miglioramento per i palestinesi se la comunità internazionale non agisce contro Israele come sta facendo contro Putin», si legge in un commento. E c'è anche chi ribalta la verità storica, notando come il terrorismo, anziché da alcune formazioni palestinesi, sia portato avanti dallo Stato di Israele: «Teniamo presente», avverte un'utente, «che Israele è nato dal terrorismo». Ecco, se intenzione della Boldrini era parlare il «linguaggio della riconciliazione» tra filo-palestinesi e pro-israeliani, si può dire che già in Italia il suo obiettivo sia clamorosamente fallito. Figuriamoci in Terrasanta.




