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Luigi Di Maio accanto a Draghi, il labiale rubato: veleno puro contro Roberto Fico

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Su Luigi Di Maio si è scritto e detto di tutto in queste ore, e si è vivisezionato ogni suo discorso, ogni suo gesto. Il ministro degli Esteri, poche ore fa, ha lasciato il Movimento 5 Stelle di fatto "sfasciando" la leadership di Giuseppe Conte. Mercoledì era regolarmente in aula Montecitorio, seduto a fianco del premier Mario Draghi, una plastica immagine di fiducia cieca a suggellare il rapporto ormai simbiotico tra Palazzo Chigi e la Farnesina. Il neo- leader di Insieme per il futuro, gruppo parlamentare autonomo (confluito nel misto) che conta su una sessantina di grillini in uscita da settimane ormai si muove nel solco di Draghi e proprio nel nome di una difesa del premier e della posizione filo-atlantista del governo italiano ha deciso, formalmente, di uscire dal Movimento troppo ambiguo. 


Di Maio e Fico, guarda qui il video e il labiale rubato


C'è però chi parla anche di screzi con Roberto Fico, che gli avrebbe conteso la leadership nel feudo elettorale di Napoli e Campania. Sarebbero state proprio le parole in difesa di Conte pronunciate pochi giorni fa dal presidente della Camera a convincere Di Maio a ufficializzare lo strappo. Proprio per questo un episodio tutto sommato marginale e superfluo come il labiale "rubato" alla Camera mercoledì è stato letto come la spia di uno scollamento anche personale con Fico. 

Mentre Draghi parla ai deputati, l'aula è incandescente. C'è chi contesta esponendo striscioni contro la fornitura di armi all'Ucraina e chi, entusiasticamente, applaude a ogni parola del premier. Tra questi ultimi si segnala Filippo Sensi, particolarmente su di giri. Tanto che Fico si trova costretto a interrompere le sue esultanze pro-Draghi richiamandolo: "Non batta le mani sul banco". Il premier guarda e ascolta in silenzio, ma Di Maio accanto a lui sibila un "Vabbè, dai" all'indirizzo di Fico. Velenoso, molto velenoso.

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