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Luca Zaia, la sentenza che agita la Lega: "Come dovrebbe essere un partito"

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Luca Zaia non usa grandi giri di parole per spiegare quanto accaduto domenica ai ballottaggi: "Evidentemente, dove si litiga si parte con il freno a mano tirato". Lo stato d'animo del governatore leghista del Veneto è sotto gli occhi di tutti, non a caso si lascia andare a un augurio che dà parecchio da pensare: "Buon lavoro a tutti gli eletti, nella speranza che riescano a rappresentare a fondo tutti i cittadini". Eppure di quella che viene definita da tutti una débâcle, ossia la vittoria del centrosinistra a Verona, molti dimenticano di precisare che "la somma algebrica del consenso dei due candidati del centrodestra lì sfiorava il 60 per cento". Un modo per dire che se l'apparentamento tra Tosi e Sboarina fosse andato in porto, il risultato sarebbe stato un altro.

 

 

Ora però è tardi per piangere sul latte versato e Zaia si dice comunque soddisfatto: "Le due roccaforti della sinistra, Belluno e Feltre, sono passate al centrodestra". E a chi, come il Corriere della Sera, gli chiede se a ostacolare il collegamento tra la lista di Tosi e Sboarina ci sia anche il suo zampino, il numero uno del Veneto replica: "Se qualcuno mi ha chiamato in vista delle elezioni, io ho sempre fornito l'indirizzo giusto: quello delle segreterie politiche. Credo fino in fondo alla distinzione tra chi amministra e chi deve fare le scelte politiche. Io faccio già fatica a fare il mio...".

 

 

Poi quello che sembra essere un riferimento, o meglio, un consiglio a Matteo Salvini: "Credo che un partito debba essere identitario, costruire la propria fisionomia con gli anni e con le scelte". Come conferma, serve lasciare in disparte la competizione con Fratelli d'Italia: "Anche nelle aziende, dal punto di vista manageriale, non c'è nulla di peggio che distogliere l'attenzione dal tuo prodotto per guardare quello del concorrente. Tutti non li puoi accontentare. E le identità contano". Prossima sfida? Le regionali in Lombardia. Qui sia Attilio Fontana che Letizia Moratti si sono messi a disposizione, portando la coalizione a un bivio: "Se partisse un dibattito del genere - conclude convinto Zaia - aprirebbe scenari che potrebbero diventare preoccupanti per il centrodestra".

 

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