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Giancarlo Giorgetti, "i rivoluzionari di scuola Radio Elettra": lo sfogo rubato

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La botta di Giancarlo Giorgetti ai "rivoluzionari della scuola Radio Elettra" è di quelle pesanti, in grado di far tremare la Lega. Il sottosegretario ha accompagnato il premier Mario Draghi ad Ankara, nella visita istituzionale al premier turco Erdogan. Il più "draghiano" di via Bellerio, spiega un retroscena di Repubblica, avrebbe sganciato giudizi poco teneri su chi, nel cerchio magico di Matteo Salvini, è tentato dalla crisi di governo, magari approfittando delle turbolenze innescate da Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle sul Dl Aiuti.

 

 

 

 


Che Giorgetti si muova nel segno della continuità e della stabilità è cosa nota. In un incontro con gli assicuratori di Ania si era espresso con queste parole, inequivocabili: "È un momento molto particolare, di incertezza, che travaglia imprese e famiglie. A queste bisogna restituire un minimo di garanzie". Garanzie che, suggerisce Repubblica, "i rivoluzionari della scuola Radio Elettra (in privato ha preso a chiamarli così) che spingono Salvini a rompere con il governo" mettono ovviamente a rischio.

 

 

 



Chi vuole leggere lo sfogo di Giorgetti in chiave anti-Salvini, però, prende un abbaglio. Al contrario, Giorgetti separa le responsabilità del segretario da quelle del suo "cerchio magico". D'altronde, che tra Giorgetti ed economisti come Alberto Bagnai e Claudio Borghi, noti "sfascisti". Non a caso, si legge, Giorgetti considera Salvini "decisamente avanti rispetto a tanti altri che lo circondano. Il problema è "il derby" sovranista con i 5 Stelle di Conte e Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, entrambi sempre più proiettati all'opposizione. E come ricorda spesso Maria Giovanna Maglie, che spesso interpreta al meglio il sentimento degli elettori di quel bacino politico, "chi resta nel governo oggi perde i voti, chi esce li guadagna". Da qui le difficoltà di Salvini. E di Giorgetti, di conseguenza.

Non a caso, al vertice interno alla Lega due giorni fa, proprio Giorgetti avrebbe ammonito l'ala dura del partito: "E gli alleati del centrodestra? Forza Italia e centristi, ci avete pensato? Sono tutte mer***e? Ma che dite? Come pensate di avere la maggioranza dopo le elezioni, con Conte e Letta?". Insomma, la posta in gioco della partita non è solo far sopravvivere il governo fino al 2023, ma nutrire le legittime ambizioni di governo della Lega dopo le elezioni politiche. 

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