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Mattarella davanti alla finestra, "onda nera": la vergogna di sinistra e De Benedetti contro Meloni

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La foto di Sergio Mattarella davanti a una finestra, a tutta pagina, su sfondo nero e il titolo: "Da solo di fronte alle destre". Sottotitolo: "L'Onda nera". "Per tutta la legislatura Mattarella ha provato ad arginare le spinte antisistema. Che ora sono invece più forti che mai".  Così apre Domani, il giornale di Carlo De Benedetti in sostanza dedica le prime due pagine al "pericolo Meloni". Con un articolo lunghissimo scritto da Marco Damilano. "La quieta forza di persuasione di Mattarella che ha governato la politica italiana per tutta la legislatura non ha retto di fronte all'ondata di irrazionalità che si è scatenata mercoledì scorso nell'aula del Senato, costringendo il presidente allo scioglimento anticipato delle Camere.".

 

 

Nei sondaggi, prosegue Damilano, "vince il centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Matteo Salvini è tornato indietro di tre anni e sui social si raffigura di nuovo al Viminale, senza barba, giura di voler tornare al governo dimenticando che nella legislatura terminata la Lega ha governato per tre anni su quattro e ha avuto suoi ministri importanti in due governi su tre. Silvio Berlusconi fa sapere di volersi candidare alla presidenza del Senato, il supplente del Quirinale quando il capo dello Stato ha qualche motivo di impedimento, i ministri di Forza Italia hanno abbandonato il partito, Gianni Letta si dichiara sconfitto". E poi, aggiunge Damilano, "si sta formando un'area legata all'ex deputato Alessandro Di Battista e anche Beppe Grillo è tentato dall'antico: il parlamento che gli italiani non meritano, i grillini appestati, il cuore da ragioniere. I barbari si moltiplicano. Altri ne spunteranno in campagna elettorale. E tutti insieme assedieranno il Quirinale".

 

 

Quindi, conclude amaro: "A Mattarella è toccato nei primi sette anni il compito di fare da punto di riferimento, di offrirsi nello smarrimento generale come un capo, lui che quella parola non avrebbe voluto neppure pronunciarla, per impedire che nel vuoto crescessero l'antipolitica, il populismo, il sovranismo" ma alla fine però "il fronte populista è più forte che mai" e il presidente è condannato a restare: "Ancora una volta nel palazzo del Quirinale la persona si identifica con l'istituzione, negli omaggi che spettano al monarca repubblicano e nella sua solitudine" e Mattarella, "il navigatore della Repubblica, si prepara a un viaggio carico di incognite. Ad occhi aperti, ma non è detto che basteranno".

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