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Silvio Berlusconi accerchiato, "già fatto il rimpasto": ecco chi esce da Forza Italia

Fabio Rubini
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Alessandro Mattinzoli lascia Forza Italia e anche il suo posto in giunta regionale- aveva la delega alle case popolari - che in serata Fontana ha affidato al forzista Alan Rizzi, con Gabriele Barucco promosso a sottosegretario ai rapporti con le delegazioni internazionali.

Sono circa le 9.30 del mattino quando con una telefonata l'ex azzurro annuncia le sue intenzioni al governatore Attilio Fontana. Poche ore più tardi interviene in giunta- da remoto- e spiega ai colleghi le sue scelte, annunciando di non voler creare problemi per un rimpasto che subito dopo Forza Italia chiede con forza. Una scelta che spiega così: «Non riconosco più la Forza Italia che ho conosciuto. La forza della coalizione di centrodestra non è mai stata il pensiero comune, ma al contrario la differenza tra i partiti. Forza Italia si sta appiattendo ai valori della Lega».

 

Imprenditore nel settore turistico, originario di Desenzano del Garda, il 62enne Mattinzoli nei suoi 25 anni da iscritto a Forza Italia è stato sindaco di Sirmione dal 2009 al 2018 e vice presidente della provincia di Brescia dal 2016 al 2018, per poi approdare in Regione dove è stato prima assessore allo Sviluppo economico e dopo il rimpasto post-Covid all'Housing sociale. Da sempre vicinissimo a Mariastella Gelmini, il suo addio agli azzurri era nell'aria da giorni. «Il tema non è seguire la Gelmini - ha spiegato -. È che in questo momento condivido pienamente con lei la scelta. Con una pandemia che torna ad essere aggressiva, con la crisi economica, energetica e idrica, facciamo cadere un governo autorevole a guida Draghi per sostituirlo con chi? Draghi era la persona più autorevole per guidare l'Italia».

Appresala notizia gli azzurri reagiscono con veemenza e in una nota piuttosto dura, firmata dal capogruppo regionale Gianluca Comazzi e dal capo delegazione in giunta Fabrizio Sala, si parla di un «atteggiamento deludente sul piano umano prima che su quello politico.

È troppo facile- prosegue la nota- restare in un partito finché quest' ultimo ti garantisce ruoli istituzionali di grande prestigio per poi lasciarlo quando si teme di perdere la poltrona. Probabilmente una tale decisione è stata dettata anche dal timore di poter perdere il suo ruolo durante la prossima campagna elettorale. Ci auguriamo per lui più che per noi - chiude la nota - che dopo una lunga storia in Forza Italia Mattinzoli non rinneghi il suo percorso per finire in contenitori di sinistra come Pd o Azione».

 

Subito dopo gli azzurri chiedono a Fontana di ritirare le deleghe a Mattinzoli per sostituirlo con un esponente di Forza Italia. Ad un certo punto si parla anche di possibili pressioni - subito smentite di FdI per avere il posto di Mattinzoli. Forza Italia, però fa subito sapere che non intende cedere sul punto, anche perché in passato non ha battuto ciglio sia sulla carica di presidente del Consiglio finita alla Lega sia su quella di sottosegretario finita a FdI. Fontana prende tempo perché vuol fare le cose per bene e la soluzione arriva in serata, al termine del vertice azzurro: Alan Rizzi, che in giunta rivestiva il ruolo di sottosegretario con delega ai rapporti con le delegazioni internazionali, prende il posto di Mattinzoli e si occuperà di Housing Sociale.

Il rimpasto prevede poi anche la sostituzione del sottosegretariato. Ruolo affidato a Gabriele Barucco, che con le dimissioni di Mattinzoli dalla giunta, ma non dal Consiglio, avrebbe perso il posto in Aula. Una decisione che, spiegano il coordinatore regionale azzurro Licia Ronzulli e il capogruppo al Pirellone Gianluca Comazzi, «è stata condivisa da tutti i rappresentanti del partito, per garantire gli equilibri interni a Regione Lombardia e la più ammpia rappresentanza di Forza Italia sul territorio di Brescia».

L'addio di Mattinzoli, però, è stato solo il primo di una serie che anche ieri ha tinto di nero la giornata di Fi. A stretto giro di posta, infatti, arrivano anche i saluti di due deputate lombarde: Giusy Versace e Annalisa Baroni. E questa è solo l'ultima puntata, in ordine di tempo, di un esodo che dal 2019 a oggi ha riguardato gli azzurri in Lombardia. Con una situazione piuttosto curiosa: le prime defezioni vennero giustificate con il troppo potere nelle mani della Gelmini, queste ultime con il fatto che quel potere - con l'avvicendamento tra Salini e Ronzulli - gli è stato tolto. Fatto sta che l'addio di Mattinzoli è il numero cinque dall'inizio della legislatura regionale.

Il primo - siamo nel settembre 2019- è stato Paolo Franco passato prima a "Cambiamo!" del governatore ligure Giovanni Toti, per poi approdare in Fratelli d'Italia. Stessa destinazione che a febbraio 2020 e a settembre 2021 hanno scelto anche Federico Romani e il sottosegretario Marco Alparone. Più o meno nello stesso periodo, infine, sono i passaggi alla Lega di Salvini di Mauro Piazza e quello più clamoroso del presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi.

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