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Michele Santoro in campo? Cosa c'è dietro davvero: si dice che...

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Lode al venerando settantunenne Michele Santoro, che non ha più le forze per condurre un programma tv - «alla mia età non ci penso proprio», ha detto a Repubblica - e quindi si riposerà fondando un partito a sinistra del Pd... Proprio così: l'eroe di Raitre, storico paladino dell'antiberlusconismo, Mangiafuoco del gran circo mediatico in cui è fiorita la meglio gioventù partigiana, si predispone a competere nell'ordalia elettorale del 25 settembre col suo "campo alternativo" pacifista, equidistante tra Russia e Stati Uniti, polemizzando preventivamente con l'ex premier Mario Draghi che «la crisi l'ha provocata» e con il presidente Sergio Mattarella che l'ha pilotata verso le urne anticipate. Obiettivo: coprire il vetusto spazio ultragoscista che fu già un giardino di pascolo rifondarolo e girotondino - ricordate la Lista Tsipras?

 

Ecco siamo da quelle parti - imbarcando in un hotspot di fortuna gli scontenti d'opposizione come Nicola Fratoianni e la sua sinistra italiana, ma soprattutto i naufraghi grillini la cui carriera è appena stata stroncata dal veto dell'Elevato contro le ricandidature per chi abbia già svolto due mandati.

Tanto per citare qualche potenziale profugo, stiamo parlando di personaggi dal calibro grosso come Roberto Fico, Paola Taverna, Alfonso Bonafede, Fabiana Dadone (più difficile prefigurare l'adesione di Stefano Buffagni e Riccardo Fraccaro, ma chissà). Non male, insomma, per Santoro che fu uno strepitoso inventore di format e adesso torna a giocare con la politica dopo una lontana esperienza da europarlamentare ulivista (2004-2009) della quale non sono rimaste tracce sensibili. Lo scorgemmo coi nostri occhi, allora, in un caffè notturno di Strasburgo con l'aria afflitta d'una natura morta fiamminga; lui che invece incarna l'anima mediterranea e descamisada del Masaniello campano in lotta contro il potere costituito.

 

Il punto, adesso, è capire fin dove può spingersi questo partito unico delle coscienze infelici per non ridursi a una crociata dei pezzenti allestita in fretta e furia sul modello dei precedenti di Antonio Ingroia e sodali affini. Ma a ben guardare uno spazio c'è ed è proprio il fianco sinistro scoperto da Enrico Letta che sta andando a pesca di centrismi solidi (Azione di Carlo Calenda), liquidi (Matteo Renzi) e gassosi (Luigi Di Maio e il suo "Insieme per il futuro con Tabacci") convinto com' è che il Movimento Cinque stelle sia un satellite artificiale finito fuori orbita.

L'approdo santoriano sarà per l'appunto sulle rive sitibonde di Giuseppe Conte e di ciò che rimane del grillismo estremo, altermondista e un po' girovago perfettamente effigiato nell'ultima risorsa della repubblica pentastellata: Alessandro Di Battista, ora impegnato in un reportage da Novosibirsk, in Siberia, dove il regime sovietico mandava a svernare i dissidenti. Hai visto mai che da questo brodo di ribellismo in fermentazione venga fuori un ambizioso apparentamento radical-progressista, un listone demoproletario aggiornato e azzimato, quasi un bolscevismo con la pochette? 

Per le creature del comico genovese finite alla deriva sarebbe dopotutto un ritorno alle origini, per Santoro il richiamo della foresta in cui ribattezzare la propria eterna giovinezza in un autunno d'inattesa bellezza democratica. Bisogna poi tenere in conto l'attrazione che un simile progetto può esercitare su alcuni numeri primi della sinistra che fu, rassegnati ormai all'autodismissione come Pier Luigi Bersani o sottocoperta come Giuseppe Civati e Matteo Orfini. Da ultimo c'è l'ala turbolaburista del Pd (tendenza Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia, per intendersi) e bisogna immaginarsela già in apprensione per la contiguità dei rispettivi terreni di caccia elettorali e l'impossibilità di condividere il sogno di una coalizione che vada da Che Guevara a Madre Teresa. Risultato: troppa grazia per il centrodestra o il destra-centro a trazione meloniana, che sarà quel che sarà epperò - Rosatellum bis alla mano - uno straccio d'argine al frazionismo autolesionistico sembra averlo trovato. Anche se, come insegna da par suo Santoro, passare da Samarcanda a Sciuscià è un attimo...

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