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Centrodestra, la bomba ad orologeria della sinistra: "La stanno per travolgere..."

Corrado Ocone
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A poco sono valse le rassicurazioni di Giorgia Meloni: Enrico Letta continua a dire che con il centrodestra al potere la Costituzione sarebbe stravolta a colpi di maggioranza. Non ci meraviglieremmo perciò se, da qui al 25 settembre, ricomparissero e cominciassero a fare appelli o a gridare al vento quelle "vestali della Costituzione" che avevano già fatto sentire la loro voce con Silvio Berlusconi al governo. E che poi, da Mario Monti in poi, erano misteriosamente scomparse (forse con la sola eccezione del periodo terminale del governo di Matteo Renzi, che per lo più è stato vissuto come un agente segreto della destra in campo sinistro).

Aveva stupito soprattutto il loro silenzio al tempo dei DPCM e di tutte le forzature costituzionali messe in campo dal secondo governo di Giuseppe Conte. C'era stato allora persino qualcuno, come Gustavo Zagrebelski, che si era arrampicato sugli specchi, distinguendo in maniera capziosa tra "stato di eccezione" e "stato di emergenza", pur di non contraddire l'azione di un esecutivo che aveva riportato al governo quel Pd che pure era uscito sonoramente sconfitto dalle precedenti elezioni politiche. Non un dubbio di costituzionalità o una perplessità erano stati allora manifestati.

FARE LA MORALE
E nemmeno la retorica dell'"uomo solo al comando", che pure era stata l'arma con cui il Pd aveva disarcionato Matteo Salvini, era stata minimamente utilizzata. E chi più di Conte lo era stato anche indipendentemente dal frangente della pandemia, che anzi era servito come alibi perfetto per esautorare il Parlamento delle sue funzioni e non ascoltare e prendere in giro quelle opposizioni che pure si erano rese disponibili a dare un contributo alla salvezza nazionale?

 

Quante volte poi la Costituzione è stata forzata in tutti questi anni, ad esempio impedendo al popolo sovrano di esprimersi nelle urne e cercando soluzioni parlamentari dette eufemisticamente "di responsabilità"! Perché la regola è sempre la stessa: a minacciare la Costituzione è sempre e solo la destra, mentre alla sinistra tutto è permesso quanto è al governo (si pensi solo alla famigerata e sgangherata riforma del titolo V attuata nel 2001 solo per biechi motivi elettorali dal governo di Giuliano Amato).

Anche la morale è sempre quella: la Costituzione diventa la "più bella del mondo" solo quando alla sinistra conviene. Così come non si contano i sofismi che vengono messi in campo per confondere le idee e far sì che ogni proposta di riforma della Costituzione in senso presidenzialista ( un punto programmatico su cui la destra si trova d'accordo in ogni sua componente) venga surrettizziamente equiparata a non ben chiarite "pulsioni autoritarie" o "fasciste". Si dimentica, a tal proposito, che fra i fautori del presidenzialismo c'erano Padri Costituenti, pur dalla sinistra osannati, come Piero Calamandrei. E che nell'Assemblea costituente ci fu un acceso dibattito e prevalse alla fine l'opzione parlamentarista solo perché in quel momento storico c'era paura del ritorno del tiranno (come ebbe a dire lo stesso Calamandrei). D'altronde, i sistemi politici sono sempre figli del loro tempo e vanno scelti in base alle specifiche condizioni storiche di un Paese: la democrazia può perire anche per una forte frammentazione del potere che porta a situazioni di stallo e indecisione che favoriscono le forze antidemocratiche e non chiariscono bene agli elettori le singole responsabilità.

 

LE PREDICHE
Basterebbe poi guardare ai sistemi politici presidenziali o semipresidenziali di tanti paesi occidentali per accorgersi che l'equazione proposta della sinistra è come al solito strumentale. Ed è in ultima analisi tesa a delegittimare moralmente, anche in questo caso, l'avversario per impedire il libero gioco democratico. Cioè tutto il contrario di quello che ipocritamente si predica.

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