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Giulio Gallera sui transfughi di Forza Italia: "Cosa saranno costretti a fare per il Pd"

Fabio Rubini
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Tra i papabili per un posto a Roma, nelle file di Forza Italia c'è anche Giulio Gallera, ex assessore regionale alla Sanità. Liberale fin dai tempi del liceo, l'attuale consigliere regionale è pronto a fare le valigie per la capitale. «Io ho dato la mia disponibilità».

Gallera, mi scusi ma lei è ancora in Forza Italia? Chiediamo perché nei mesi scorsi il suo nome è stato accostato ora alla Lega, ora a Fratelli d'Italia...
«Tutti rumors falsi e infondati. Da ragazzo ero iscritto al partito Liberale. Quando si è sciolto ho aderito a Forza Italia che è la mia casa e non ho mai avuto intenzione di cambiare».

Che pensa di quelli che se ne sono andati per fare il "grande centro" e adesso si trovano in una "grande ammucchiata" con il Pd e la sinistra estrema?
«C'è dispiacere. Conosco la Gelmini da tanti anni, così come Mara Carfagna che stimo molto. Nei governi hanno spesso inciso grazie all'opportunità che ha dato loro Forza Italia. Non c'era motivo per andarsene, se non quello della paura di aver perso potere all'interno del partito. Ora saranno costretti a fare campagna elettorale per il Pd e con partiti come i Verdi o la sinistra estrema che hanno valori in antitesi ai loro. Non li invidio, ma non mi preoccupo. Gli elettori di centro non si faranno abbindolare».

Il principale motivo addotto per la fuga è che Forza Italia si sta appiattendo sul sovranismo della Lega. Lei che con la Lega ha governato e governa non ha questo timore?
«Col Carroccio e con Fratelli d'Italia governiamo bene da trent'anni. A Milano il centrodestra è quello dei grattacieli e del grande sviluppo internazionale della città. In Lombardia sempre il centrodestra è quello che ha costruito la regione locomotiva d'Italia».

 

 

Ok, ma il sovranismo davvero non la preoccupa?
«No, la nostra è una coalizione compatta e all'interno di essa Forza Italia rappresenta i valori liberali sui diritti civili, sulla libera concorrenza, su una tassazione minore. Poi ci sono molte cose che ci accomunano alla Lega come la battaglia per l'Autonomia, il dire no all'assistenzialismo tipo reddito di cittadinanza e dire sì all'aiuto concreto di chi ha davvero bisogno».

Gallera, sia sincero, secondo lei gli elettori hanno capito perché è caduto il governo Draghi?
«All'inizio no. Adesso stanno cominciando a comprendere che il centrodestra di governo in realtà voleva portare avanti l'agenda Draghi, ma voleva farlo con un governo più coeso che non comprendesse i Cinquestelle, che erano quelli che mettevano i bastoni tra le ruote. Draghi non ha voluto proseguire e si è dimesso. E la colpa non è certo di Forza Italia e della Lega».

A proposito di unità della coalizione, come giudica il comportamento della Moratti nei confronti di Fontana in Lombardia?
«Lo trovo paradossale. La Lombardia ha passato un periodo difficilissimo dal quale è uscita grazie a chi ha saputo tenere la barra dritta nonostante attacchi violenti vergognosi. Questa persona si chiama Attilio Fontana. La Moratti è entrata in squadra per dare una mano e deve sapere che la politica non è pretendere un posto, ma mettersi a disposizione. Spero che lo capisca al più presto perché il suo atteggiamento è davvero poco comprensibile».

 

 

Ultima domanda. Durante la pandemia è stato attaccato e accusato di tutto. Dove trova la forza per continuare a fare politica e non mandare tutti al diavolo?
«Dalla vocazione che ho di mettermi al servizio della comunità. Dal fatto che nel 2018 sono stato il consigliere più votato e ho un impegno da onorare verso chi ha scritto il mio nome sulla scheda. L'ho fatto da assessore, l'ho fatto dopo da consigliere e non ho intenzione di smettere». 

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