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Albino Ruberti travolge la campagna elettorale di Letta: "Chi è davvero"

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Il Ruberti-gate travolge il Pd romano e rischia di creare più di un guaio al sindaco Roberto Gualtieri e al governatore Nicola Zingaretti, di cui Albino Ruberti è rispettivamente capo di gabinetto (ruolo da cui si è dimesso) braccio destro fidatissimo. E ovviamente il video rubato della rissa in strada con terzo uomo, dopo una cena con due importanti esponenti romani del Pd, con frasi sibilline ("Mi ti compro", "Ti devi inginocchiare") e vere e proprie minacce ("Li ammazzo", "Ti sparo), rappresenta una vera e propria bomba sulla campagna elettorale di Enrico Letta. Non è un caso, d'altronde, che Francesco De Angelis, ex europarlamentare presente alla cena e testimone della rissa, abbia dovuto ritirare la propria candidatura alle politiche. 

 

 

 


Il Movimento 5 Stelle e la Lista Raggi sottolineano il ruolo pesante di Ruberti nell'amministrazione di Gualtieri, chiedendo la revisione di tutti gli atti presi dal sindaco, "a partire dall'inceneritore", a partire da quella frase, "mi ti compro", che avrebbe fatto scattare la furia del capo di gabinetto. Infierisce anche Carlo Calenda: "Questo è il soave ambientino del Pd romano. Il capo di gabinetto di Gualtieri già capo di gabinetto di Zingaretti che 'amministra' il potere".

D'altronde Ruberti è personaggio chiacchierato, finito già al centro di qualche caso piuttosto imbarazzante gli ultimi anni. Figlio dell'ex ministro dell'Istruzione, già rettore de La Sapienza, Antonio Ruberti, Albino da tempo è ai vertici degli enti locali a Roma in quota centrosinistra. Per anni ha guidato Zetema, la partecipata del Campidoglio che si occupa di promozione culturale, poi è passato a svolgere il ruolo di capo di Gabinetto della Regione Lazio con Zingaretti, quindi lo scorso ottobre ha rilevato lo stesso incarico con Gualtieri in Campidoglio.

A inizio maggio 2020, a ridosso del lockdown, quando era capo di Gabinetto della Regione Lazio, il dirigente era stato sanzionato assieme ad altri per un pranzo in una abitazione in zona Pigneto che contravveniva le regole in vigore in quel momento per il contrasto alla pandemia. In quel caso si era scusato parlando di "leggerezza di cui mi assumo le responsabilità". Mentre a inizio febbraio di quest'anno i figli, due ragazzi di 19 e 17 anni, dopo esser stati fermati e multati dai Carabinieri nel corso di dei controlli in zona Parioli avrebbero replicato in malo modo alle forze dell'ordine facendo presente la posizione ricoperta dal padre. "Se ci sono state delle parole fuori luogo, ritengo che i ragazzi abbiano sbagliato", aveva commentato allora.

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