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Giorgia Meloni e centrodestra, "cos'hanno scritto i giornali di sinistra in un mese"

Gianluca Veneziani
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Ce n'è a sufficienza per comminare tre ergastoli a Meloni, Salvini e Berlusconi. In un mese di campagna elettorale e campagna stampa accanita anti-centrodestra, i giornali più vicini al centrosinistra - chi in maniera smaccata, come Repubblica, La Stampa e Domani, chi in modo più velato come il Corriere della Sera - hanno sfornato in prima pagina quasi 200 attacchi, per l'esattezza 198, contro Fdi, Lega e Forza Italia, tra titoli di apertura, editoriali, commenti, servizi, inchieste e interviste.

 

 

 

Una macchina del fango e del fuoco impressionante che si condensa attorno a 40 capi di accusa rivolti alle «Destre». Vi elenchiamo le imputazioni, roba buona per crearci un Inferno dantesco: populismo, vigliaccheria, putinismo, filo-orbanismo, nostalgia del fascismo, dilettantismo, anti-europeismo, ostilità al Pnrr, lacerazioni interne, soppressione di diritti umani e civili, razzismo, antisemitismo, omofobia, sfascismo dei conti pubblici, demagogia, sovranismo, nazionalismo, falsità delle promesse, anti-costituzionalismo, rifiuto della democrazia, vocazione autocratica, oscurantismo, estremismo, illiberalità, impresentabilità, ignoranza economica, impunità, militarismo, sostegno all'evasione, discredito all'estero, infiltrazioni dall'estero, maschilismo, anti-vaccinismo, vittimismo, speculazione sui morti, promozione della cultura dell'odio, ferocia, ipocrisia, anti-draghismo.
Questo catalogo di addebiti ha generato ben 110 pezzi tra editoriali, commenti, servizi e inchieste ostili al centrodestra; 52 titoli di apertura di giornale anti-trimurti "Melvinoni" (sintesi tra Meloni, Salvini e Berlusconi); e 36 interviste contro il rischio che vadano quei demoni al potere.

 

 

 

TITOLI DENIGRATORI - Scendendo nel dettaglio, la Repubblica si è prodigata in 64 attacchi, partorendo 15 titoli denigratori del nemico. Ricordiamo «L'Italia tradita» del 21 luglio, quando Draghi subì l'affronto dei «populisti» Berlusconi e Salvini, «Destra, volano gli stracci» del 25 luglio (peccato che Fdi, Lega e Fi si siano messi d'accordo due giorni dopo), «Meloni inquieta l'Europa» su «migranti, valori e riforme» del 4 agosto, «Berlusconi, assalto al Colle» del 13 agosto, «Destra No Vax» del 18 agosto. E poi 36 articoli di ossessione anti-destra: oltre agli editoriali, le perdibili inchieste di Paolo Berizzi e la serie «Longform» contro Giorgia. Tra i commenti di firme illustri, il direttore Maurizio Molinari il 24 luglio ci ammoniva che la destra rischia di portarci in Ungheria e il 31 luglio che Putin è interessato alla vittoria di Salvini; mentre Ezio Mauro il 12 agosto ci diceva che sulla Meloni restano le ombre del Ventennio, dopo che Furio Colombo il 28 luglio ci faceva sapere che le promesse del centrodestra sono degne di "Faccetta Nera".

 

 

 

 

E poi la minaccia sfascismo sui conti (il 4 agosto Claudio Tito ci parlava del pericolo che la Meloni faccia saltare il Pnrr), il rischio razzismo (il 1° agosto Mauro metteva in relazione l'omicidio di Civitanova Marche con le politiche anti-immigrazione), l'oscurantismo (il 22 luglio spetta a Tito Boeri e Roberto Perotti dirci che la Lega è «un partito oscurantista»), il trionfo No Vax (secondo Francesco Bei, mondo carezzato dalla destra), fino alle accuse alla Meloni di essere anti-donne (prima Aspesi e poi Mirella Serri, secondo cui Giorgia ripropone una concezione della donna tipica del Ventennio).
Ma il giornale più scatenato contro il Destra-centro è stato La Stampa, che in un mese ha sfornato in prima pagina 66 attacchi, di cui 13 titoli e 42 editoriali o pezzi di denigrazione. Tra i titoli, restano indimenticabili le perle «Vergogna» all'indomani della caduta di Draghi, la domanda retorica del 25 luglio «Questa destra può governare?» con la risposta «Rischio futuro tetro coi neofascisti», e poi il titolo del presunto scoop del 28 luglio «I russi all'uomo di Salvini: ritirate i ministri?»; e ancora «La Flat Tax di Salvini costa 80 miliardi» del 9 agosto, fino al «Salvini no vax» del 18 agosto. Tra gli editoriali, ecco l'incubo putiniano (il 29 luglio il direttore Massimo Giannini si chiede se nella Lega ci siano utili idioti di Putin), l'incubo xenofobia (il 1° agosto Corrado Formigli invita la Meloni a rispondere su Alika, il nigeriano ucciso a Civitanova Marche, e a non speculare sugli stranieri.
Ma era stato lui a farlo...) e l'incubo tenuta dei conti (il 26 luglio Bill Emmott ci dice che il problema di Giorgia è la politica anti-europea). Quindi le accuse alla Meloni di ignoranza storica (il 10 agosto Giovanni De Luna sostiene che ignori Marcinelle), se non per ciò che riguarda il Ventennio: il 29 luglio lo stesso De Luna garantisce che la Meloni fonda le speranze nel terreno dove si alimentarono le attese per il Duce.

 

 

 

SOLITA SOLFA - E poi c'è il Domani, che annovera 13 editoriali o servizi contro Meloni&Co. e 18 titoli anti-Destre. Ne citiamo alcuni tra i più significativi (e comici): «Adesso arrivano le destre, addio diritti civili» (24 luglio), «Mattarella è solo di fronte alle destre. L'onda nera» (25 luglio), «La vittoria delle destre sarebbe una minaccia per la Costituzione» (26 luglio), «Meloni vuole trasformare l'Italia nella Polonia» (9 agosto), «Salvini e Meloni promettono più evasione fiscale per tutti» (11 agosto). Quindi gli editoriali. Il 25 luglio Curzio Maltese tuona: «Se Berlusconi torna, siamo un Paese irrecuperabile», il30 luglio è Salvatore Bragantini a dirci che «la vittoria delle nostre destre è un pericolo per tutta l'Ue»; lo stesso giorno il direttore Stefano Feltri rivendica il diritto di «demonizzare le destre», mentre il 21 agosto se la prende con l'establishment, troppo compiacente di fronte alle destre in ascesa. Il riferimento è al Corriere della Sera, a suo dire divenuto un sostenitore di Giorgia. A noi non pare. In un mese abbiamo registrato sulla prima pagina del Corsera 36 attacchi al centrodestra, tra editoriali (18 critici) e interviste (15). Viene in mente il Massimo Franco che il 21 luglio grida angosciato: ha vinto il «No populista», il 28 luglio dice che la destra è spaccata al suo interno, pur dopo aver trovato l'accordo, e il 9 agosto, dopo lo strappo di Calenda, sottolinea che il centrodestra ha forti contraddizioni interne. Quindi ecco gli affondi di Ferruccio De Bortoli: la flat tax ha costi esorbitanti (15 agosto); e di Goffredo Buccini sulla presenza di filo-putiniani a destra (2 agosto), oltre alle rubriche antisalviniane di Massimo Gramellini. Viceversa, le critiche al centrosinistra sono state pochissime sulle prime pagine di questi giornali. Ne abbiamo contate solo 43. Sparute voci (Paolo Mieli, Stefano Folli, Giovanni Orsina, Francesco Piccolo) al confronto della dilagante egemonia filo-dem. Che non si è fatta mancare manifestazioni di tifo: circa 30 le dichiarazioni d'amore per il Pd. Esemplari Repubblica e La Stampa che rispettivamente per 4 e 5 volte hanno aperto il quotidiano con frasi di Letta. P.S.: Chissà cos' altro dovrà inventarsi la stampa progressista. Magari potrà dire che Berlusconi vende i bambini, Salvini li compra e la Meloni se li mangia, come facevano i comunisti.

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