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Marco Rizzo, altra vergogna: "Dieci minuti dopo il mio brindisi alla morte di Gorbaciov..."

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Dopo la morte di Mikhail Gorbaciov, ha fatto scalpore la porcheria di Marco Rizzo, il comunista, il quale ha brindato alla dipartita dell'ultimo leader di quella Urss per cui prova una nostalgia canaglia. Una vicenda che ha fatto molto discutere, tanto che Rizzo è stato "convocato" in studio a La corsa al voto, il programma condotto da Paolo Celata e Alessandro De Angelis su La7, dove gli è stato chiesto conto del tweet in cui annunciava di essere pronto a stappare "la miglior bottiglia" che teneva in serbo dal 1991 in attesa della morte di Gorbaciov.

 

 

"Ho fatto volutamente un esperimento, una provocazione", spiega Rizzo. Già, ora si chiama "esperimento". Dunque, aggiunge parlando di se in terza persona: "Noi abbiamo fatto una cosa molto semplice, abbiamo ricordato che Gorbaciov è l'icona della globalizzazione, di quello che stiamo vivendo oggi. E oggi è stato appunta santificato. Quando ho saputo la notizia ho volutamente fatto questa provocazione. E dieci minuti dopo Repubblica, HuffPost, La Stampa, Open... tutti i giornali che rappresentano il mainstream pronti ad attaccarmi", sottolinea flirtando con quel mondo di complotti e complottisti in cui sguazza.

 

 

"Non il mainstream, i democratici", ribatte De Angelis. Ma il comunista non molla e la butta in vacca, con una extra-dose di populismo e complottismo: "In questo mondo ci sono morti per guerra, per infortuni sul lavoro, per fame, per gli effetti dei vaccini. Nessuno dice niente. Quei giornali lì hanno aspettato l'attacco alla beatificazione per attaccarmi. Pentito? Ma non mi pento, è chiaro che era una provocazione", conclude un Marco Rizzo senza vergogna.

La corsa al voto, Marco Rizzo brinda ancora alla morte di Gorbaciov: il video

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