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Giorgia Meloni e i prof rossi? L'autogol di Anpi e Cgil: che coda di paglia...

Tommaso Lorenzini
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L'Anpi ha ruggito contro Giorgia Meloni, che ha dichiarato senza timore di equivoci: «Sogno una nazione dove per essere un bravo prof non devi avere la tessera Cgil», specificando che «non intendevo mica dire che la Cigl utilizza metodi illeciti per favorire i suoi iscritti. Facevo solamente notare che la sinistra, genericamente intesa, ha sempre rivendicato con orgoglio la sua forza negli ambiti della cultura, negli ambiti artistici, accademici e anche della scuola». 

 

Un segreto di Pulcinella, al quale però l'Anpi, per bocca del suo presidente Gianfranco Pagliarulo, ha replicato: «Ricordo all'onorevole Meloni che l'unico periodo storico in cui era necessario avere una tessera per fare carriera fu il Ventennio e che, in particolare, nel 1931, si impose ai professori universitari di prestare giuramento». 

 

Eppure, quando Mauro Berruto viene annunciato come new entry nella dirigenza Pd (è il marzo 2021) e dichiara di non essere manco iscritto al partito, un caustico Gianni Cuperlo, già presidente del Pd dopo tutta una trafila negli apparti comunisti (dalla Fgci alla Sg) verga sul "Domani" un pezzo titolato "Perché il ct Berruto sta nella segreteria del Pd senza averne la tessera?" con la seguente chiosa: «Certo, il vecchio partigiano mai avrebbe potuto pensare, "si è iscritto alla segreteria del partito senza averne la tessera"». Ma come, non contava solo per i fascisti? 

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